Un milione e mezzo di romani senz’acqua? Conseguenza diretta, a quanto pare, dall’imminente chiusura dell’acquedotto Traiano-Paolo, che dal ‘700 porta acqua dal lago di Bracciano alla capitale. Scrive, difatti, l’azienda: “Acea prende atto e si adegua all’ordinanza adottata dalla Regione Lazio circa la sospensione, nell’arco di una settimana, della captazione dal lago di Bracciano. Una decisione unilaterale e illegittima, che comporterà una serie di gravi conseguenze per i cittadini di Roma. La drastica riduzione dell’afflusso di acqua alla rete idrica della Capitale ci costringerà, infatti, a mettere in atto una rigida turnazione nella fornitura che riguarderà circa 1.500.000 romani”.
Un sacrificio necessario per ben 8 ore al giorno nonostante le temperature africane? Nemmeno per sogno. Un inutile provvedimento, secondo quanto scrive la stessa Regione che sabato scorso ha emesso l’ordinanza che impedisce all’Acea dal 28 luglio ogni captazione dal lago sabatino.
Perché inutile? Basta leggere una nota inviata dalla Pisana al Comitato difesa lago di Bracciano il 13 luglio (leggi il documento): “Interventi per la riduzione dei prelievi a Bracciano: 1) attività eseguite sugli impianti di Ato 2 e quantificazione della risorsa recuperata pari a 890 l/sec (aggiornamento al 10 luglio 2017); 2) attività eseguite sulle reti di Ato 2 e sulle perdite dei manufatti con recupero di 105 l/sec. Dai manufatti e 80 litri al secondo dalle reti; 3) totale recupero risorsa per interventi eseguiti 1,77 mc/sec. pari a 1770 litri al secondo. Dunque, una questione di numeri e perdite: in questo periodo l’Acea Ato 2 capta, preleva, dal lago alle porte di Roma 1.200 litri al secondo di acqua, ma ne ha già recuperati (dalla nota della Regione Lazio) ben 1770 litri al secondo, quindi bloccando ogni prelievo dal lago l’Acea può addirittura contare su un surplus di acqua di 570 litri al secondo.
Altro che chiudere i rubinetti ai romani, tanto che si parla di “Allarmismo - scrive il Comitato difesa del lago di Bracciano -, notizie infondate volte a nascondere le proprie mancanze e a contrastare un provvedimento del tutto legittimo e doveroso della Regione. Non si capisce, peraltro, perché l’Acea non abbia adottato tali piccoli accorgimenti e non abbia effettuato tali lavori già mesi o addirittura anni fa. Se lo avesse fatto si sarebbe risparmiata un’enorme quantità di acqua e verosimilmente la crisi del lago di Bracciano non si sarebbe affatto verificata”.
Insomma per i cittadini che si stanno battendo da mesi per salvaguardare il grande bacino idrico oggi in crisi sia per le captazioni oltre misura, sia per la siccità che sta minacciando l’intero territorio nazionale, il blocco dei prelievi è un primo risultato positivo che consentirà, nell’arco di almeno un anno, l’innalzamento del livello di bacino fino ai valori di sicurezza, ovvero al livello naturale di 163,04 metri sul livello del mare.
Ma che non deve “pesare” sui romani, visto che i numeri dimostrano che la crisi idrica della capitale è scongiurata. Non solo. Secondo i cittadini: “Non è condivisibile che lo stop alle captazioni sia stato ordinato solo fino a dicembre prossimo. Lo stop va mantenuto fino a che il lago non tornerà al suo livello naturale”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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