Ci si chiede come sia possibile che, nonostante la prescrizione, siano state rese note le motivazioni della sentenza con cui condannarono a tre anni di carcere Berlusconi per la compravendita di senatori che fece cadere Prodi.
E, benché sia noto a tutti che Prodi cadde per un altro errore giudiziario gravissimo che fu l'incriminazione farlocca dell'allora ministro della Giustizia Clemente Mastella, essi vogliono attribuire la responsabilità del tradimento a Sergio de Gregorio, «convinto» a pagamento a votare contro Prodi. Stiamo parlando del 2008, a due anni dall'insediamento del governo. E non occorre un processo per sapere che appena eletto con Idv per diventare presidente della commissione Difesa del Senato, De Gregorio (e non per denaro) si «vendette» al centrodestra entrando nel gruppo Misto e sconfiggendo la candidata della sinistra Lidia Menapace, forse non gradita neppure ai suoi. Andò così.
Sarebbe stato sufficiente guardare gli atti della Camera alta che sono ben più probanti dei pettegolezzi o dei pentimenti di chi avrebbe mediato fra Berlusconi e De Gregorio. Provate a chiedere alla Menapace.
De Gregorio, come gli atti parlamentari confermano, passò nel centrodestra nel 2006 con il pubblico plauso dell'allora presidente del Senato Renato Schifani. Verum ipsum factum, scriveva Vico. Ma i magistrati di Napoli sono indifferenti al fatto. Conoscono già la verità. E noi li paghiamo.
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