Siamo d'accordo sul fatto che andare in pensione per 400mila italiani l'anno possa rappresentare il traguardo di una vita, ma da qui a trasformare il ritiro dal lavoro in una caccia al tesoro richiede parecchia fantasia. E anche una discreta faccia tosta. Proprio così, perché la trimurti Conte-Salvini-Di Maio vuole passare alla storia per aver introdotto la «quota 100» nella già dissestata previdenza italica. Però, per riuscire nell'intento senza far saltare il banco dei conti pubblici, sono costretti a lastricare lo scivolo pensionistico di trappole e bucce di banana. Infatti, mentre i ministri si azzuffano, come riporta ItaliaOggi i tecnici si stanno arrampicando su finestre trimestrali, complessi calcoli contributivi e ostacoli vari per scoraggiare chi voglia continuare a lavorare in qualsiasi forma. Si scrive «pensione anticipata», ma si legge «trappola in alto mare». Non è il titolo di un romanzo mozzafiato, semmai l'ennesimo capolavoro dialettico dell'esecutivo gialloverde, l'unico che (finora) può far convivere in una stanza non soltanto liberisti e statalisti, ma persino Savona e Tria.
Prima ancora di unire il Paese, il governo del cambiamento sta realizzando l'impresa di fondere il vocabolario dei sinonimi e dei contrari. Perciò, dalle pensioni al reddito di cittadinanza passando per la pace fiscale - guai a chiamarla condono -, nelle bozze di riforma spuntano qua e là «disincentivi agli incentivi» e «deterrenti alle agevolazioni». Tradotto: puoi metterti a riposo prima del dovuto, ma col portafogli più leggero; se sei disoccupato ti diamo 780 euro al mese, ma con quei soldi puoi comprare solo quello che ti diciamo noi; la tua impresa vuole beneficiare della flat tax? Allora rinunci a qualsiasi tipo di detrazione (e alla fine, magari scopri pure che ci vai a rimettere...). È l'ultima declinazione del populismo, laddove l'offerta politica effettivamente andrebbe presa alla lettera. Sembra quasi di trovarsi di fronte a certe allettanti proposte commerciali di cui è piena zeppa la Rete. «Attenzione, signore e signori, questa imperdibile occasione di crescita del Pil è valida solo per oggi!». Pazienza se si dà l'impressione di governare come se si amministrasse un negozio online, in un Black Friday perenne. Nel carrello tuttavia non c'è un set di pentole, ma il destino e la credibilità di un Paese.
Al cittadino-elettore-consumatore non rimane che armarsi di buona volontà e studiare per bene fino all'ultima riga, nel tentativo di difendersi dalla pubblicità ingannevole. Contromisure che da sole rischiano di non bastare, davanti a simili equilibrismi sul filo degli zerovirgola e dei virtuosismi linguistici, come quello del premier che adesso sfodera il reddito di cittadinanza «geografico». Tutto chiaro, anzi per niente.
Vorrà dire, allora, che nel presentare i contenuti del Def prima e della manovra poi sarebbe più onesto e corretto aggiungere una postilla sui giornali, una scritta in sovrimpressione durante i tg: cari italiani, per usare queste riforme (se non volete restare delusi o fregati) siete pregati di leggere attentamente le avvertenze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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