Gridalo! Ma cosa devi gridare? Te lo dice Roberto Saviano, nel suo nuovo libro intitolato appunto Gridalo (Bompiani, pagg. 512, euro 22), uno dei libri più comici e drammatici che potete leggere. In quanto, in realtà, Saviano non lo dice a te, cosa gridare, lo dice al se stesso ragazzo. È come Marty McFly che incontra se stesso nel 1955 in Ritorno al futuro, solo che qui è Saviano che incontra Saviano per fargli una predica di quattrocento pagine in sostanza su come distruggere il capitalismo. Ma cosa ce ne frega di Saviano che incontra Saviano per insegnargli cosa deve gridare?
Ce ne frega, perché Saviano è il bene contro il male. Perché Saviano è il nuovo messia. Infatti te lo dice subito all'inizio, citando il Salmo 24, «Chi salirà il monte del Signore? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronuncia menzogna». Già, il cuore. Saviano che parla a Saviano mica è come me, che quando mi dicono cuore mi viene da pensare a un infarto, alle coronarie, a un'angioplastica. Saviano è un po' messia, un po' Marx, un po' Bacio Perugina, un po' Liala, un po' Saviana.
Il messia Saviano spiega a Saviano ragazzo che «se comprometti il cuore, non c'è alcun ergastolo o inferno ad attenderti». Andando avanti di predica in predica imparate che «sono le ragioni del cuore a far battere tutta la vita. E il cuore, come sai bene, pulsa indipendentemente dalla testa, dal suo volere». Certo, detta così, non significa un cavolo, l'aveva già detto la Tamaro, va dove ti porta il cuore, anche lì mai capita, se per cuore si intende un sentimento (che comunque è sempre nel cervello, ma vabbè), e tra l'altro anche Hitler andava dove lo portava il cuore, ma leggendo il libro capite che Saviano intende per cuore quello che c'è nella testa di Saviano. Per non vivere pensando che la vita sia solo fregare e farsi fregare, Saviano è chiaro: «Non ingorgare il tuo cuore con questa spazzatura». Quindi dovete sapere che «cercare la verità, provare a credere che esista la giustizia, mantiene il cuore sano, consentendogli di svolgere la funzione che gli è propria: fare da guida al tuo agire». Cosa ci importa del colesterolo, per avere il cuore sano basta cercare la verità e la giustizia, e cosa sono la verità e la giustizia te lo spiega Saviano, te lo fa gridare lui, perché noi non ne abbiamo la più pallida idea. Per esempio ti spiega come si vive sotto le dittature, «quando annuisci con la testa ma dissenti col cuore». Chiarissimo.
Cuore a parte, sulle dittature il messia Liala, la Saviana si dilunga molto, ma quello che più odia è il capitalismo, cioè la democrazia, verrebbe da pensare a quelli come me che non hanno un cuore. Il simbolo del male è il web, anzi il Web: «Il Web ci ha attirati nelle sue sabbie mobili, facendoci credere di essere democratico, però il suo è uno stomaco vorace, che ci sta masticando tutti». Ci mastica tutti, e «noi non sappiamo cosa saremo diventati quando ci avrà risputato fuori, dopo averci trattenuti così a lungo a macerare tra i suoi succhi gastrici». Saviano è anche un guru gastroenterologo del Web. Perché «quando internet è nato era ancora una terra verdeggiante. I prati erano fioriti e l'acqua cristallina». È la versione aggiornata di Celentano, là dove c'era l'erba ora c'è una città, e quindi internet era bella ma poi i cattivi del capitalismo «hanno violentato il terreno e tirato su alla svelta le celle dell'alveare, e gli esseri umani ci si sono ammassati dentro senza altro fine che quello del profitto». No, qui supera Celentano, qui è Matrix, o meglio Marxix, Saviano è Karl Neo che ci vuole liberare dall'alveare. Saviano ha un sacco di identità, tutte votate al bene.
Tant'è che Saviano, passando da Martin Luther King a Anna Achmatova a Francesca Cabrini a tutti quelli che gli passano per la testa come modelli di bene e di male, arriva a un'illuminazione inedita, mai sentita. Quando navigate in rete, quando aprite Facebook «un altro te cammina in Rete, senza il tuo consenso, una specie di zombie con cui tutti si divertono un sacco. Tutti tranne te. Forse hai già riflettuto su uno scenario di questo tipo. Ma non so se ti rendi conto: da quando hai fatto le tue prime richieste a un motore di ricerca, hai consegnato alle piattaforme la chiave di lettura della tua anima». Porca miseria, chi ci aveva mai pensato. Faccio una ricerca su Google e mi prendono l'anima, che io tra l'altro, come il cuore, neppure ho, ma io non faccio testo, di certo non il testo di Saviano, sono insensibile, uso troppo la testa, devo ancora essere liberato, non posso gridare niente. Comunque sia, Saviano lo trovate su Instagram, Twitter, Facebook, su tutti i social, a lui l'anima non la prendono, lui è immune, è l'eletto. Insomma, se ancora non l'aveste capito, «questo libro è una mappa fatta di storie, che non vogliono insegnarci niente, tanto meno a non sbagliare. Ma una cosa pretendono: aprirci gli occhi».
Proprio così, Saviano non vi insegna niente, si limita ad aprirvi gli occhi, affinché voi possiate gridare come Saviano. Dovete solo leggerlo col cuore, sembra facile ma non lo è, perché per riuscirci bisogna fare a meno del cervello.
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