Sea Watch attacca l'Italia: "Il vostro confine è disumano"

L'ong non accetta il divieto imposto dal Viminale: "Sempre più forte l'insofferenza a bordo della nave". Ancora braccio di ferro

Sea Watch attacca l'Italia: "Il vostro confine è disumano"

Sea Watch adesso mette nel mirino l'Italia. Dopo la sentenza del Tar che di fatto ha respinto il ricorso contro il divieto di ingresso nelle acque terriotriali italiane disposto dal Viminale, di fatto l'ong con un duro comunicato attacca il governo: "Sono trascorsi 8 giorni dal soccorso, la Sea Watch si trova ancora in acque internazionali dove il nuovo decreto legge impedisce l’ingresso nelle acque italiane e al comandante di esercitare il diritto sacrosanto di entrare in un porto per uno stato di necessità determinato da una situazione di emergenza sanitaria a bordo", spiega l'ong tedesca. Poi arriva nuovamente la richiesta di un porto sicuro per lo sbarco: "È automatico - prosegue Sea Watch - che la presenza di naufraghi a bordo presenta tutti i caratteri dell’emergenza e normalmente darebbe tutti il diritto a un comandante di entrare in porto e essere assistito. Il comandante sta assumendo un atteggiamento cauto di resistenza, e tuttavia è sempre più forte l’insofferenza sua, dell’equipaggio e delle persone a bordo. La nave si muove si muove di continuo, la permanenza è debilitante".

A questo punto Sea Watch rivendica la scelta di rifiutare lo sbarco in Libia attaccando anche le istituzioni europee: "Ci sono storie di violenza condivise con il nostro equipaggio, detenuti per mesi anche un dodicenne, una persona ha visto uccidere un familiare sotto i suoi occhi in detenzione, un altro è stato costretto a seppellire i corpi per rendere la prigione presentabile in attesa di visite esterne. Sono storie di orrore - prosegue Sea Watch - sufficienti non riportare queste persone in Libia come ci viene indicato a seguito di questa indicazione con disumana, cinica e illegale, sarebbe reato di respingimento collettivo perchè la Libia non Paese sicuro perchè in guerra, non abbiamo ricevuto altre indicazioni dalle autorità europee".

Infine arriva l'affondo, duro, contro il nostro Paese: "Intrappolati tra responsabilità del comandante sulla vita di questa persone e l’attacco e la criminalizzazione che ci aspetterebbe se varcassimo questa linea immaginaria, tra umanità e disumanità. Questo è diventato il confine italiano". Lo scontro è ancora aperto e di fatto non finirà presto...

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