Seeds&Chips, cibo per la mente

Il Summit internazionale di Milano (11-14 maggio) dedicato alla food innovation, dal campo alla tavola, dove cibo e tecnologie si incontrano, mette in mostra il meglio delle nostre idee nel settore del food, del tech e del beverage. Ecco le nostre tre scelte tra decine di start up

Seeds&Chips, cibo per la mente

E poi dicono che i cervelli italiani sono in fuga. Dopo aver fatto un giro a Seeds&Chips 2016 non sembra. Il Summit internazionale di Milano (11-14 maggio) dedicato alla food innovation, dal campo alla tavola, dove cibo e tecnologie si incontrano, mette in mostra il meglio delle nostre idee nel settore del food, del tech e del beverage. Molti emergenti, decine di start up e alcuni marchi già famosi. Con un unico comun denominatore: inventare qualcosa che non esista già. Del resto chi ha detto che una cosa è impossibile finché non arriva qualcuno che non lo sa, e che la rende possibile?

Investitori, opinion leader e policy makers, fanno da contorno a questa tavolata di cibo per la mente, centro nevralgico per condividere contenuti e visioni, progetti ed esperienze, perché oggi innovare il food system non è solo una opportunità, ma una sfida che riguarda tutto il pianeta. Almeno se vogliamo che l’umanità continui ad esistere e a resistere per qualche altro milione di anni. Mai prima d’ora nella sua storia, l’uomo si è trovato di fronte a sfide così urgenti e di breve periodo; mai prima d’ora ha avuto a disposizione l’infrastruttura tecnologica per affrontarle; dalle potenzialità, per alcuni aspetti, ancora tutte da scoprire o applicare.

Quattro giorni di esposizioni, conferenze, business matching, con i protagonisti di food tech, ag tech, internet of food. La food innovation riguarda le innovazioni in tutta la filiera agroalimentare, dal campo alla tavola. L’aumento della popolazione mondiale e del consumo di proteine, i cambiamenti climatici e la crescente scarsità di risorse primarie, i mutamenti demografici, la tutela della salute e dell’ambiente, l’evoluzione irreversibile e conclamata nei processi di scelta e di acquisto, impongono un cambiamento nei modi e nelle abitudini in cui il cibo è prodotto, trasformato, distribuito, comunicato e, infine, consumato. Altro che l’inutile Expo 2015, patetica e ipocrita vetrina del nulla. Qui a Seeds&Chips 2016 era concentrato davvero il meglio.

Tra tutte le proposte offerte in questa edizione, ne abbiamo scelte solo tre. Non perché non siano tutte interessanti (ad esclusione di pochissime) ma perché concentrarsi su tre progetti emergenti, rende meglio l’idea sul significato di questa fiera dell’innovazione. Che non passa solo dal cibo.

La prima idea che abbiamo incontrato è quella del giovane Harald Cosenza, founder e ceo di “Robonica”, una start up sprizzante e innovativa con sede a Milano, resa possibile grazie ai contributi riservati alle start up di Intesa San Paolo e che da poco ha messo in produzione Linfa, un accessorio per la casa bello e funzionale, con un disegno moderno e accattivante realizzato in diversi colori e materiali, e che riproduce, grazie a specifici led, la luce del sole che fa germogliare profumatissime piantine di basilico, pomodori, lattuga, mirtilli, fragoline di bosco, spezie e qualsiasi verdura o frutto o pianta, uno voglia avere in salotto o in cucina. Il tutto regolabile dallo smarthphone. Ogni pezzo 199 euro. Interessante.

Un altro brand molto cool che spaccherà sicuramente (almeno all’estero) è “La comanda” inventata da Carlo Brianza, che è anche il ceo, con sede a Milano, che ha come mission quello di far arrivare la pizza a casa con un semplice click su un ingegnoso device. Funziona così. Un dispositivo dal design spiritoso che riproduce una tovaglia da osteria, viene offerto a 39 euro alle grandi catene di ristorazione, tipo la statunitense Pizza Hut (12mila ristoranti) o l’olandese New York Pizza, i quali possono venderlo o anche regalarlo ai loro clienti. A questo punto arriva il bello. Questo spassoso apparecchio viene attaccato fuori dal proprio frigorifero, o dove uno preferisce (adatto anche per la pausa pranzo dei dipendenti di grandi uffici), e riporta all’interno i dati di ciascun utente: le proprie preferenze, il proprio menù, le bevande. Una volta impostati tutti i requisiti, basta una lieve pressione su questo disco rosso, per far partire la comanda alla pizzeria. “Pizza is coming!”. Un display luminoso da conferma dell’ordine e informa sul tempo di arrivo previsto della pizza. Senza più usare il telefono, né la app. Ogni click, un ordine. E il pagamento può avvenire anche tramite carta di credito. Il ristorante manda info ai propri clienti direttamente sul device che si illumina ogni volta: “Oggi con la pizza regaliamo una birra”, ad esempio. Ovviamente questo strumento è aperto a qualsiasi altra comanda: drink, coffee, food. Semplice e divertente.

Infine siamo inciampati in “Oreegano” che ha come slogan “Mangia col cervello. Dai valore al tuo cibo”. Già questo basterebbe per conferirgli un encomio. Tre giovani neo laureati, tra i quali Francesca Bufano e Ilario Lagravinese, si sono autofinanziati e hanno creato questo social network di ricette dove gli appassionati di cibo condividono i loro piatti e salvano quelli degli altri utenti in un loro ricettario personalizzato. Tutte le ricette inserite su “Oreegano” vengono trattate all’istante da un algoritmo ideato dai tre ragazzi - provenienti da tre Università diverse e che oggi fanno base a Roma nello spazio co-working messo a disposizione dalla Luiss - che immediatamente calcola tutti i valori nutrizionali e fornisce informazioni su diete specifiche. Subito viene visualizzata anche la compatibilità del piatto per gli intolleranti al lattosio o al glutine, per i celiaci, per i vegani e i vegetariani. Grazie a questa tecnologia, “Oreegano” è in grado anche di elaborare piani alimentari personalizzati, a seconda che uno voglia aumentare o diminuire il proprio peso. Diete che soddisfino le esigenze nutrizionali più variegate, suggerendo alimentazioni equilibrate.

Ogni utente della community, oltre agli ingredienti della propria ricetta, dovrà anche inserire la foto del piatto finale e, volendo, anche le immagini dei vari step che sono serviti per arrivare al risultato. Nato da nemmeno un anno, “Oreegano” conta già 5mila utenti (iscriversi naturalmente è gratuito) e tremila ricette. Tutti possono diventare dei veri chef.

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