Selfie choc davanti alla villa dove il custode ha ucciso il ladro

Dei curiosi si sarebbero fermati sul luogo del delitto. È il nuovo turismo dell'orrore, di chi si scatta foto davanti ai luoghi simbolo delle tragedie

Selfie choc davanti alla villa dove il custode ha ucciso il ladro

Si mettono in posa davanti a case, resti di hotel e navi naufragate. Un sorriso, un click e il selfie è fatto. Sono i curiosi, attirati dai luoghi in cui si sono consumate le tragedie, che alimentano il turismo dell'orrore. E a pochi giorni dall'omicidio del ladro che tentava di entrare in una villa di Bazzano, sarebbero arrivati sul posto già i primi cacciatori selfie choc.

Come aveva raccontato anche il Giornale, nella notte tra mercoledì e giovedi, Stefano Natalini, il 68enne custode di Villa Gessa, ha sparato 5 colpi alla cieca, per paura che dei malviventi stessero entrando in casa sua. La sua intenzione era quella di spaventarli, ma un proiettile ha colpito uno dei ladri alla schiena e l'ha ucciso. Da giovedì, il custode è indagato a piede libero per omicidio preterintenzionale, ma gli inquirenti dovranno stabilire se l'uomo abbia sparato dritto alla schiena del ladro o se l'omicidio sia avvenuto senza l'intenzione di uccidere.

Oggi, Stefano Natalini è tornato nella dependance di Villa Gessa: "Non posso dire nulla- avrebbe detto- mi hanno detto di stare zitto". In quella casa annessa alla villa, il custode vive con la moglie Stefania, a cui fanno compagnia due cani da caccia. Sono proprio loro che, alle 4 di mattina di giovedì scorso, hanno sentito per primi i malviventi, che tentavano di entrare nella proprietà dall'ingresso più piccolo. L'abbaiare dei cani aveva risvegliato il custode che aveva iniziato a sparare, con un revolver calibro 38 regolarmente detenuto, con l'obiettivo di mettere in fuga i ladri. Cinque colpi, di cui uno letale.

E a due giorni dalla tragedia, secondo quanto riporta il Resto del Carlino, inizierebbero già a comparire i primi curiosi, armati di cellulare, pronti a scattarsi un selfie davanti alla dependance fuori da cui si è consumato l'omicidio. E non è questo il primo luogo ad ospitare il turismo macabro dei selfie choc. Da Rigopiano alla Costa Condordia, fino a Cogne: che sullo sfondo ci sia una nave, una villetta in cui si è consumato un omicidio o i resti di qualche hotel e case distrutti ha poca importanza.

Basta scattare una foto, per poter dire "io c'ero". È quello che sembra sia successo anche ieri, quando qualcuno si è fermato all'ingresso di via Ghiarina, alla ricerca del punto preciso in cui ha perso la vita il laro di 21 anni.

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