"Quel pomodoro è una frode": bufera sul marchio di passata

L'intervento delle forze dell’ordine arriva a conclusione di un'investigazione durata alcune settimane in tema di sicurezza alimentare e tutela del consumatore

"Quel pomodoro è una frode": bufera sul marchio di passata

Secondo gli inquirenti, si tratta della più grande frode alimentare mai scoperta: oltre 4mila tonnellate di falso pomodoro italiano, tra prodotti finiti e semilavorati, proveniente da Paesi extra Unione europea. I carabinieri per la tutela agroalimentare, con il concorso di militari delle unità dell'Arma territoriale e forestale, hanno eseguito un decreto di perquisizione e sequestro presso lo stabilimento produttivo e il deposito della Italian Food Spa - Gruppo Petti, operante nel settore conserviero e della trasformazione agroalimentare, ubicati in Venturina Terme e Campo alla Croce di Campiglia Marittima, in provincia di Livorno. Coinvolte sei persone, su cui si indaga per concorso in frode in commercio.

L'intervento delle forze dell’ordine arriva a conclusione di un'investigazione durata alcune settimane in tema di sicurezza alimentare e tutela del consumatore. Sono state sequestrate 3.500 tonnellate circa di conserve di pomodoro in bottiglie, vasi di vetro, barattoli, pacchi e bricks, già confezionate e etichettate come "pomodoro 100% italiano" e "pomodoro 100% toscano", pronte per la commercializzazione; 977 tonnellate circa di prodotto semilavorato e concentrato di pomodoro di provenienza estera (extra Ue), in fusti e bidoni, per un totale di 4.477 tonnellate e per un valore commerciale di almeno 3 milioni di euro. Il prodotto, confezionato e pronto per la commercializzazione, quantificabile in milioni di pezzi, era custodito all'interno dei depositi coperti dell'azienda, mentre le diverse migliaia di fusti e cassoni di semilavorato e concentrato di pomodoro estero erano stoccate principalmente su un piazzale esterno nell'area dello stabilimento.

Al momento, come riporta Fanpage, l'azienda non è stata posta sotto sequestro e la lavorazione dei prodotti le cui etichette sono risultate in regola continua, mentre è stata fermata quella delle conserve di pomodoro in bottiglie, vasi di vetro, barattoli, pacchi e bricks. La vicenda è finita anche in Parlamento. Alcuni deputati del Pd hanno presentato un’interrogazione al governo. "Attendiamo gli sviluppi delle indagini – è scritto in una nota congiunta - ma appare evidente che tale episodio potrebbe avere conseguenze negative per la continuità produttiva dell'azienda, in particolare per lo stabilimento di Venturina, per i livelli occupazionali coinvolti e per il corretto pagamento dei fornitori di pomodoro coltivato in Italia.

Molti produttori locali, della Toscana e di alcune altre zone del centro Italia, cedono infatti pomodori al Gruppo Petti ed è necessario assicurare, proprio all'inizio della stagione di raccolta, adeguate garanzie economiche a tali aziende agricole che potrebbero non essere saldate nei termini previsti o avere gran parte della produzione invenduta".

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