Coronavirus

"Un richiamo ogni sei mesi". Cosa può cambiare sui vaccini

Il direttore generale dell'Aifa non esclude ulteriori iniezioni: "È probabile che saranno più frequenti". Si lavora anche a una versione aggiornata dei vaccini

"Un richiamo ogni sei mesi". Cosa può cambiare sui vaccini

Le indicazioni del mondo della scienza mutano continuamente, alla luce di nuove scoperte e osservazioni che sono alla base delle scelte della politica che cerca di governare la pandemia ancora in corso. Di conseguenza anche il fronte dei vaccini è ancora apertissimo: la speranza di chiudere la partita con le prime due dosi si è presto schiantata contro la necessità di ulteriori richiami, che nel corso dei prossimi mesi potrebbero essere molteplici. A parlarne a La Stampa è stato Nicola Magrini, direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco.

Cosa cambia sui richiami

Magrini ha fatto notare che "diversi vaccini si giovano della terza dose, con un importante consolidamento dell’efficacia". All'inizio la convinzione era quella di poter andare avanti con un richiamo annuale. Tuttavia il quadro epidemiologico attuale ha cambiato gli scenari e dunque anche la gestione di ulteriori somministrazioni del siero anti-Covid potrebbe essere differente rispetto alle aspettative: "È probabile che le iniezioni saranno più frequenti, magari una ogni 6 mesi".

Il governo sta valutando una stretta in vista delle festività di Natale e, tra le varie ipotesi, rientra anche quella di ridurre la validità del green pass da nove a sei mesi per renderlo più coerente con la durata della copertura vaccinale. Un'ipotesi che Magrini reputa "razionale" per evitare "discrepanze con i tempi previsti per la terza dose". Ad esempio in Francia hanno fissato a sette mesi la validità del certificato verde. "I cittadini hanno tutto il tempo per prenotare e ricevere il booster, prima che il certificato arrivi a scadenza", è la posizione del direttore generale dell'Aifa.

Vaccini aggiornati

Nel frattempo Pfizer e Moderna stanno lavorando a una versione aggiornata dei loro vaccini: l'intenzione è di produrre milioni di dosi di un nuovo siero in grado di arginare anche le ultimissime varianti. Per Magrini i dati relativi all'efficacia della dose booster "sono al momento incoraggianti" e pertanto "potrebbe non essere necessario" ricorrere a un adeguamento dei vaccini in tal senso.

Allo stesso tempo però il direttore generale dell'Aifa ha tenuto a precisare che "non si può lasciare alle aziende la decisione su quale variante concentrarsi per la produzione di aggiornamenti del vaccino", mentre l'ideale sarebbe arrivare a una "maggior concertazione con le istituzioni".

Una precisazione comunque va fatta: chi nelle prossime settimane farà la terza dose sbaglierebbe nel pensare ad aprile di aver ricevuto un vaccino ormai vecchio.

"Abbiamo più volte visto, nel corso dell’ultimo anno, come il vaccino migliore sia quello che hai a disposizione al momento e che il problema principale fosse non averne abbastanza", è la rassicurazione di Magrini.

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