Il possibile incremento del fenomeno dei foreign fighter dopo la caduta di Raqqa "è un tema concreto e reale di cui i governi europei si stanno occupando. Noi siamo tra i Paesi che sono stati interessati meno di altri ma abbiamo un livello di vigilanza molto alto". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, a margine dell'apertura della Conferenza di diritto internazionale umanitario presso la Scuola Ufficiali Carabinieri a Roma.
Quanto alla strategia complessiva di contrasto al terrorismo e insieme di gestione dei flussi migratori Alfano ha sottolineato "il primato" dell'Italia in Europa e nel mondo, e il fatto di "essere riusciti a coniugare solidarietà e sicurezza. Abbiamo "un'intelligence antiterrorismo che ha funzionato, l'attenzione rimane massima e stiamo lavorando al rafforzamento della cooperazione tra le agenzie di intelligence nel Mediterraneo per lo scambio di informazioni".
Mentre il comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, parla del rischio che alcuni foreign fighter, dopo il disfacimento di Daesh, "potrebbero essere attratti dal nostro Paese, magari non per compiere atti terroristici ma per poter vivere, per riprendere una vita di altro tipo".
"Dobbiamo quindi certamente controllare attentamente questo - ha proseguito Del Sette - vigilare, affinchè di ogni eventuale ingresso noi siamo a conoscenza. Aggiungo tuttavia che allo stato attuale, sulla base della nostra conoscenza, sotto questo profilo possiamo comunque essere abbastanza tranquilli.
Fermo restando che, come tutti sappiamo, possono esserci degli attentati terroristici in maniera casuale, immprovvisa, senza alcun tipo di organizzazione. In questo senso - ha concluso il comandante dei carabinieri - siamo tutti esposti, nonostante l'enorme lavoro che stiamo facendo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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