Cronache

"Sistemi la mascherina". Sgarbi: "Non posso, porto il certificato medico"

Ancora uno scontro alla Camera per Vittorio Sgarbi, richiamato da Roberto Fico all'utilizzo corretto del dispositivo: "Porto il certificato medico"

"Sistemi la mascherina". Sgarbi: "Non posso, porto il certificato medico"

Continua la battaglia di Vittorio Sgarbi contro le mascherine. Il parlamentare questa mattina è stato ripreso da Roberto Fico, presidente della Camera dei deputati, perché indossava la mascherina nel modo sbagliato. Sgarbi, già nei mesi scorsi, si è mostrato insofferente all'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale resi obbligatori dalle nuove norme contro il contagio da coronavirus anche a causa di una patologia che gli impedirebbe la corretta respirazione con il naso e la bocca coperti.

"Purtroppo mi farò fare un certificato medico perchè ho problemi di respirazione e sono uno di quelli che potrebbe non portarla secondo il Dpcm. Lo porterò a lei, illustrissimo signor Fico", ha dichiarato in aula Vittorio Sgarbi, richiamato all'ordine dal presidente della Camera dei deputati quando la mascherina gli è finita sotto il naso. Da ormai diverse settimane, il governo ha imposto l'utilizzo delle mascherine anche nei luoghi al chiuso, fatta eccezione per le arti dello spettacolo. Va da sé, quindi, che lo stesso obbligo vige anche all'interno del parlamento, dove il presidente ha il diritto di allontanare i trasgressori. Davanti alle rimostranze di Vittorio Sgarbi, Roberto Fico ha replicato con tono fermo: "Allora lo porti". L'ultima parola in aula, però, è stata di Vittorio Sgarbi: "Potrò parlare senza censura".

Lo scorso giugno, Vittorio Sgarbi ha avuto un confronto molto acceso con il vicepresidente Mara Carfagna e in quell'occasione i toni furono piuttosto accesi, così come durante altri episodi, quando il critico d'arte ha sempre rifiutato l'utilizzo della mascherina. Per Vittorio Sgarbi, l'impiego dei dispositivi di protezione individuale per la riduzione della diffusione del contagio è una limitazione della libertà, al punto da scatenare l'opinione pubblica con la minaccia dell'emanazione di un'ordinanza nel comune da lui gestito, in cui sarebbe stato fatto divieto di utilizzo della mascherina. Vittorio Sgarbi, in quanto sindaco di Sutri, quest'estate ha creato un grande dibattito attorno a questo punto, sottolineando come nel comune di cui è sindaco non avrebbe permesso l'utilizzo delle mascherine all'aperto nemmeno dopo le 18, orario fissato dal governo dopo ferragosto per arginare i presunti contagi della movida. Da quelle sue parole nacque uno scontro con l'attore Alessandro Gassman.

"Dobbiamo proteggere gli anziani, stare attenti a loro. Far preoccupare i giovani per quello che non li riguarda è un'azione cri-mi-na-le dell'informazione, deve dire la verità, non può continuare a dare dei dati che seminano soltanto il terrore. Quello che il coronavirus ha fatto è colpire le nostre teste. L'articolo primo della Costituzione non dice che la Repubblica italiana è fondata sulla sanità, ma sul lavoro, e avete tolto il lavoro a milioni di italiani che sono nelle condizioni di non vivere più", ha affermato questa mattina Vittorio Sgarbi dopo ll'informativa sul Dpcm da parte di Giuseppe Conte. Il critico d'arte ha contrastato duramente le strategie informative in atto nel nostro Paese, considerandole causa del clima di paura in Italia: "Se la televisione non parlasse tutti i giorni dodici ore solo di coronavirus -ha aggiunto- avremmo la capacità di difendersi da soli, senza essere impauriti da minacce, non tutte corrispondenti al vero e tutte invece costruite sui Dpcm, con le proibizioni. C'è una malattia, ma nessuno si è preoccupato di contrastare l'epatite C, le tante malattie che ci circondano, viviamo nell'orrore di una malattia che abbiamo amplificato fino a farla diventare una peste.

Non è così e i giovani devono essere liberi".

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