Strage a Nizza

Si alza l’asticella dell’incubo: "In arrivo i camion-bomba"

Gli esperti preoccupati: girano informazioni su mezzi L carichi di esplosivo da lanciare su obiettivi in Europa

Si alza l’asticella dell’incubo: "In arrivo i camion-bomba"

La comunicazione dalle prefetture è arrivata ieri mattina, poche ore dopo la mattanza di Nizza. E lancia un allarme raggelante su possibili attentati «con tattiche che prevedono esplosioni multiple di ordigni. Un primo attacco sull’obiettivo e poi un secondo all’arrivo dei soccorsi e l’eventualità di un terzo». Questa in estrema sintesi l’allerta diramato in mezza Italia.

Non si parla di macchine o camion bomba, ma è la stessa tattica utilizzata in Medio Oriente dalle bandiere nere con mezzi pieni di esplosivo che colpiscono a più riprese. Lo schema impiegato a Baghdad, all’inizio di luglio, costato la vita ad oltre 200 persone compresi decine di bambini, che i gruppi jihadisti del Califfato vorrebbero esportare in Europa e, speriamo di no, in Italia. «È chiaro che i terroristi stanno importando le tattiche ispirate o utilizzate da tempo sui fronti di guerra in Medio Oriente. A Nizza hanno fatto un danno enorme, senza esplosivo, uccidendo oltre 80 persone e terrorizzandone migliaia. Il prossimo passo potrebbe essere la macchina o camion bomba», spiega a il Giornale Marco Lombardi, della rete di esperti internazionale sul terrorismo (Enet). E aggiunge un dettaglio importante: «Da qualche settimana circolano informazioni a livello europeo, non solo nei servizi francesi, su mezzi minati da far esplodere in Europa.

Non siamo più al se, ma si cerca di capire dove, come e quando». Prima dell’attacco a Parigi dello scorso 13 novembre i terroristi dello Stato islamico non avevano ancora usato i giubbotti al tritolo in Europa, come i kamikaze in Medio Oriente. Il prossimo salto coinvolgerebbe mezzi minati o attacchi multipli come è stato diramato nell’allarme delle prefetture. Non solo: La strage di Nizza potrebbe essere un sanguinoso avvertimento. «Sul camion c’erano armi fasulle», osserva Lombardi. Una specie di segnale, che secondo un’ipotesi potrebbe essere un messaggio: «La prossima volta possiamo riempirlo d’esplosivo ed al posto di 84 morti ne facciamo 500 o 1000». I servizi francesi sono i primi ad essere convinti che la macchina minata o il camion bomba in Europa, come in Siria, Iraq e Libia è solo questione di tempo. Ieri il primo ministro del Belgio, Charles Michel, ha rivelato che i servizi di sicurezza avevano già considerato «la possibilità di un attacco terroristico» compiuto con un veicolo, come è accaduto a Nizza. «Mi pongo anche la domanda se è stata un’operazione riuscita in parte - ragiona Lombardi, che insegna alla Cattolica di Milano -. Magari volevano proprio riempire il camion di esplosivo, ma qualcosa è andato storto. E allora hanno deciso di agire lo stesso schiacciando la gente e terrorizzando».

Non è semplice recuperare il tritolo oppure il temibile C4 e poi imbottire un camion per farlo saltare in aria in mezzo alla folla. «Significa che devono farlo arrivare dai teatri di guerra. Impresa ardua, anche se non impossibile. Oppure rubarlo, come è capitato lo scorso anno. Altra missione complicata. Per questo penso che a Nizza non ci fosse un piano ancora più sanguinoso», fa notare una fonte del Giornale in prima linea nell’antiterrorismo. Però lo scorso luglio nella base di Miramas, vicino a Marsiglia, deposito di armi dell’esercito francese per le missioni in Africa, sono stati rubati 180 detonatori, 20 panetti di esplosivo militare e 40 granate mai più ritrovati. Mohamed Lahouaiej Bouhlel, l’autista killer, ha affittato il camion frigorifero due giorni prima. Per farlo doveva avere una patente adatta a trasporti da 19 tonnellate valida almeno da un anno. Solo la cauzione ammontava a 2mila euro per non parlare del costo del noleggio e l’assicurazione. Soldi che un piccolo criminale non avrebbe mai trovato da solo. Qualcuno deve averlo aiutato.

O addirittura è stato reclutato da una cellula, che forse ha l’obiettivo non solo di scatenare un mostro d’acciaio in mezzo alla folla, ma dopo il primo «test» a Nizza farne saltare un altro in aria provocando un’ecatombe.

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