Fumata bianca

Si apre un'altra partita: la scelta che spetta al Papa

La Conferenza episcopale italiana avrà a breve un nuovo presidente. I nomi in lizza sono molti, ma l'ultima parola spetta a Papa Francesco, che spesso ha sorpreso...

Si apre la partita della Cei: la scelta che spetta al Papa

Il cardinal Gualtiero Bassetti ha raggiunto i limiti di età ed è destinato a lasciare spazio ad un altro prelato per la presidenza della Conferenza episcopale italiana. La scelta, che spetta a papa Francesco, segnerà il futuro della Chiesa cattolica italiana.

Da qualche anno a questa parte, ormai, vengono presentate più ipotesi. Il cardinal Bassetti avrebbe già potuto lasciare qualche tempo fa (veniva ventilato), ma adesso dovrebbe essere arrivato il momento: il prossimo maggio è il periodo designato per il cambio di guardia. Ad ottant'anni compiuti, è difficile che il mandato venga prolungato. Jorge Mario Bergoglio è il pontefice che più di tutti ha stupito per i criteri delle nomine ai vertici della Chiesa cattolica. Questo è vero sia per l'Italia sia per il resto del mondo. E "scoprire" in anticipo le mosse dell'ex arcivescovo di Buenos Aires è tutto fuorché elementare.

Per il vertice della Cei, si fa spesso un gran parlare del cardinale Matteo Maria Zuppi. Ma il consacrato romano è stato creato cardinale da poco tempo. Zuppi ha di sicuro un profilo istituzionale, tanto che gli specialisti del settore fanno spesso il nome dell'arcivescovo di Bologna pure per la successione di papa Francesco. Comunque andranno le cose in futuro, risulta abbastanza complesso che Bergoglio "premi" due volte la stessa persona in un arco temporale così ristretto.

Il porporato che proviene dalla Comunità di Sant'Egidio si ritroverebbe, in caso di presidenza Cei, ad essere estremamente rilevante all'interno della Curia. Zuppi è già un riferimento per il mondo progressista (e non solo), ma il pontefice argentino non è solito accentrare nelle mani di pochi. Anzi, Bergoglio ha più volte allargato le maglie della rappresentanza ecclesiastica, distribuendo incarichi a persone provenienti dal "basso".

Capiamoci: l'eventualità della presidenza di Zuppi non è affatto da scartare, ma Francesco potrebbe smentire le previsioni anche in questa circostanza. Zuppi ha dalla sua il fatto di essere un noto uomo del dialogo. Per dirne una, ha incontrato pure Matteo Salvini in un periodo in cui i rapporti tra la Lega ed il Vaticano, per via delle diverse posizioni sui migranti, non erano idilliaci. Un altro nome che viene ventilato è monsignor Erio Castellucci, che è un finissimo teologo emiliano-romagnolo, oltre che arcivescovo di Modena-Nonantola. Sarebbe una nomina che qualcuno potrebbe considerare conservativa.

Poi c'è l'arcivescovo di Siena e cardinale a sua volta: monsignor Augusto Paolo Lojudice. Anche Lojudice, come Zuppi, è divenuto cardinale da poco tempo. I vari "pronostici" sono stati ripercorsi anche da La Stampa che ha rammentato come il nome a sorpresa, quando a scegliere è il "teologo del popolo" che siede sul soglio di Pietro, sia sempre da tenere in forte considerazione.

Chiunque dovesse ricoprire l'incarico di presidente dei vescovi italiani sarà chiamato ad un compito arduo. In prospettiva, infatti, c'è il Sinodo nazionale da organizzare. Papa Francesco lo ha richiesto, con una certa fretta e con tutti i crismi del caso. L'appuntamento non è più rimandabile ed i presuli del Belpaese, come si usa dire, sono già "in cammino". Spetterà al prossimo vertice della Cei coordinare l'appuntamento sinodale che potrebbe cambiare il volto alla Chiesa cattolica italiana. Pure per questo fattore, la nomina nelle mani di Bergoglio desta curiosità.

Siamo ad uno spartiacque denso di significato.

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