Si diverte a scrivere falsità su Wikipedia per farsi riprendere dai giornali

Un freelance ha inventato frasi attribuendole a persone morte. Molte sono state prese per buone. Così accusa i giornalisti. Ma lui stesso ha copiato lo "scherzo"

Si diverte a scrivere falsità su Wikipedia per farsi riprendere dai giornali

Può capitare che una ricerca fatta velocemente, su internet, invece che aiutare un giornalista lo danneggi, facendolo scivolare su qualche erroraccio. Il problema è sempre stato e sempre sarà la verifica delle fonti. Da qualche anno c'è qualcuno che si diverte a seminare, qua e là, sulla Rete, bugie più o meno grosse. Dai falsi profili sui social network (i fake), alle bufale spacciate per sacrosante verità (quella della suora multata per eccesso di velocità mentre correva, in autostrada, per raggiungere il Papa, fu rilanciata dalle principali agenzie di stampa e, a cascata, da tutti i giornali). Ma c'è anche chi, in modo più subdolo, si diverte a inquinare le fonti, scrivendo cose inesatte, ad esempio, su Wikipedia, l'enciclopedia online gratuita più grande al mondo, scritta direttamente dagli utenti.

Uno dei primi casi, come riporta Wired, è quello di uno studente di sociologia all’University College di Dublino, Shane Fitzgerald. Nel 2009 si inventò una citazione, attribuita al musicista francese da poco scomparso, Maurice Jarre: "Quando morirò ci sarà un giro di valzer finale nella mia testa". Jarre non aveva mai pronunciato quella frase. Eppure Wikipedia la riportava. E alcuni grandi giornali del calibro del Times e del Guardian la riportarono fedelmente. Scherzetto riuscito, dunque. Lecito porsi una domanda: a che fine?

Sulla scia di questa "trovata" - non proprio nuovissima - un giovane scrittore freelance italiano ha pensato bene di tentare, anche lui, di prendersi gioco degli utenti di Wikipedia, sperando che qualche giornalista abboccasse. E in effetti l'esperimento è riuscito. Telegiornali, giornali (anche noi!) e politici sono scivolati sulle bucce di banana maliziosamente sparse sul pavimento dal "burlone". Ecco alcuni esempi di frasi finte rilanciate dai giornali: “Recitare è un bisogno, come quello di amare o di andare in bagno" (Mariangela Melato). "Il politico e il medico fanno la stessa cosa, danno soluzioni ai problemi della gente" (Umberto Scapagnini, ex medico di Berlusconi). "Nel palco della vita, siamo tutti figuranti" (Mario Scaccia).

All'accusa di approfittare della morte delle persone a cui attribuisce frasi false risponde così: "Falsificare la citazione di un personaggio defunto non è per me in alcun modo una mancanza di rispetto nei suoi confronti". E insiste: "Non ho scelto le voci da modificare in base ad antipatie personali; anzi, apprezzavo moltissimo una grandissima attrice che ci ha lasciati un anno fa. Non è stato di certo un modo per esporre opinioni o posizioni personali".

Resta da chiedersi: perché lo fa? Non ha altro di meglio da fare nella vita? Lui prova a spiegarlo in questo modo: "Ho solo dimostrato che la fiducia riposta nelle preziose fonti online, spesso imprescindibili, è a volte eccessiva; che giornalisti, editor e produttori di contenuti dovrebbero controllare con maggiore attenzione ciò che viene pubblicato, anche a costo di ritardare di qualche minuto o qualche ora". Difficile dargli torto, le notizie vanno sempre verificate e controllate non una ma cento volte. Resta difficile, però, controllare le singole frasi "virgolettate", siano esse riportate da Wikipedia o anche da un qualsiasi giornale. Chi può mettere la mano sul fuoco sul fatto che siano state veramente pronunciate? Occorrerebbe, per ogni frase, una registrazione audio o video, o un resoconto "stenografato".

Per giornalisti, studenti e più in generale per chiunque naviga su internet valga una regola consigliata dalla stessa Wikipedia: anziché citare i suoi articoli meglio citare le fonti. Sempre che anche queste non siano state inquinate.

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