Coronavirus

Va a fare il vaccino con un braccio finto: nei guai un no vax

Va all'hub vaccinale per farsi vaccinare ma con un braccio in silicone. Denunciato a Biella un cinquantenne no vax

Va a fare il vaccino con un braccio finto: nei guai un no vax

Nel centro vaccinale di Biver Bianca, a Biella, dove è consentito l'accesso diretto per vaccinarsi, vale a dire non è necessaria la prenotazione, un no vax ha cercato di ottenere il green pass senza farsi inoculare. O meglio, provando a farsi vaccinare su un braccio finto.

L'uomo di circa cinquant'anni si è presentato all'hub con una protesi in silicone comprendente la spalla e il muscolo deltoide (dove viene fatta la puntura) pensando così di poter ingannare gli operatori sanitari. Dopo aver seguito la trafila burocratica e firmato il consenso davanti al medico ha aspettato il suo turno, come se nulla fosse. A scoprire l'inganno però è stata l'operatrice sanitaria che lo avrebbe dovuto vaccinare. Insospettita dal colore e dalla percezione al tatto ha chiesto al signore di mostrare per intero il braccio. Nonostante qualche resistenza, una volta scoperto, il cinquantenne no vax ha chiesto all'operatrice di chiudere un occhio. Così, sfortunatamente per lui, non è andata. Infatti è stato denunciato ai carabinieri per truffa. L'Asl segnalerà il caso anche in Procura.

La preoccupazione delle forze dell'ordine è che questo possa non essere un caso isolato. Proprio il 24 novembre, riporta la Repubblica, è apparso su Twitter un messaggio a nome "Giuseppe Maria Natale" in cui veniva sponsorizzata una tuta-busto di silicone comprendente braccia, collo, muscoli finti al prezzo di circa 500 euro. Il testo del tweet, oggi cancellato, era: "Se vado con questo se ne accorgono? Magari sotto sto busto in silicone mi metto pure qualche altro indumento per evitare di far arrivare l’ago al mio braccio vero".

Dall'Asl di Biella spiegano che fatti come questo non sono poi così inusuali, soprattutto in questo momento. Questo perché chi va a fare la prima dose ora appartiene, secondo loro, a tre categorie: chi ha ritardato la dose per motivi sanitari e ha un certificato medico, i dubbiosi che si sono convinti, e chi resta contrario ma ha bisogno del green pass e "si inventa queste cose".

Vanno giù duro su quanto accaduto sia il presidente della Regione, Alberto Cirio, che l'assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi i quali congiuntamente dichiarano: "Il caso rasenta il ridicolo, se non fosse che parliamo di un gesto di una gravità enorme, inaccettabile di fronte al sacrificio che la pandemia sta facendo pagare a tutta la nostra comunità, in termini di vite umane e di costi sociali ed economici". Proprio per questo hanno voluto ringraziare l'operatrice per la sua prontezza e la sua bravura oltre che tutti gli altri giornalmente in prima linea contro la pandemia.

La testimonianza dell'infermiera

A scoprire l'inganno dell'uomo è stata Filippa Bau, infermiera. Dopo essersi accorta che al tatto c'era qualcosa che non andava perché la pelle dell'uomo era troppo "fredda e gommosa" ha pensato che egli avesse subito un'amputazione. "Pensavo di averlo messo involontariamente in una situazione di imbarazzante così ho chiesto immediatamente di darmi l'altro braccio", racconta l'operatrice sanitaria.

Dopo qualche protesta il cinquantenne ha accettato. Filippa però si è trovata di fronte alla stessa situazione. "Ho sollevato la maglietta e mi sono trovata di fronte un arto esattamente uguale al precedente. Lì ho capito - prosegue l'infermiera - di trovarmi davanti a un uomo che stava cercando di eludere la vaccinazione attraverso una protesi in silicone".

A quel punto l'unica cosa che ha potuto fare è stata andare dal medico che aveva svolto l'anamnesi e denunciare quanto accaduto. La reazione del no vax ha lasciato però i presenti senza parole: si è messo a ridere, ha confessato e se non è andato come se non fosse accaduto niente. Dopo qualche attimo di riflessione "abbiamo capito che non si trattava solo di una situazione surreale - narra ancora la donna -ma di una vera e propria truffa così abbiamo redatto la relazione e i nostri superiori hanno fatto la denuncia".

L'infermiera non nasconde, inoltre, l'amarezza per quanto accaduto e spiega che lei e i suoi colleghi sono stanchi e dispiaciuti "nel vedere tutte queste persone che non comprendono quanto il vaccino sia indispensabile per tutelare la salute loro e dei loro cari".

Commenti