Siamo ancora fermi a due anni fa

L'agenzia di rating Fitch ha alzato il rating dell'Italia di un punto. Ora siamo BBB. Non accadeva da quattro anni.

Siamo ancora fermi a due anni fa

L'agenzia di rating Fitch ha alzato il rating dell'Italia di un punto. Ora siamo BBB. Non accadeva da quattro anni. Mentre sono 19 gli anni passati dall'ultima volta che un'agenzia si era espressa positivamente sulla sostenibilità del debito pubblico italiano. Per Fitch la forte crescita del Pil, che quest'anno chiuderà con un 6,2-6,3%, migliora i conti pubblici, che sono poi l'oggetto dell'attenzione delle agenzie, a cui interessa dare una valutazione sul rischio che corre chi compra i nostri Btp.

La notizia è ottima, si capisce. Ma resta in quel limbo in cui si sta muovendo il Paese dalla fine dell'estate, cioè dall'inizio del semestre bianco: da un lato la luna di miele del governo Draghi con i mercati e gli osservatori internazionali; dall'altra l'evidente rallentamento dell'azione di governo, finita ostaggio dei partiti di maggioranza (quasi tutti) come si è ben visto sulla manovra finanziaria o sulla concorrenza.

Non è infatti un caso che Confcommercio, il cui ottimo ufficio studi registra da sempre il polso di famiglie e piccole imprese con precisione, proprio ieri abbia confermato la forte crescita del 2021, ma abbia anche lanciato nello stesso tempo un allarme sulla crescita dell'anno prossimo, abbassando a +4% le stime di rialzo del Pil rispetto al +4,7% appena previsto dal governo nei documenti pubblici.

D'altra parte i conti sono presto fatti: rispetto al Pil nominale pre Covid, quello del 2019, nel 2020 il calo è stato dell'8,9%. Quindi, se quest'anno si chiuderà a +6,2% e l'anno prossimo si crescerà del 4%, alla fine del 2022 il Pil sarà superiore a quello pre Covid di un misero 0,6%, e comunque con tre anni di ritardo (in assenza dl Covid, stando alle stime del 2019, il Pil al 2022 sarebbe comunque cresciuto di uno 0,7% l'anno per tre anni).

In altri termini significa che c'è ancora molta strada da fare e molto accidentata, prima di uscire da questa crisi. I numeri fin qui acquisiti e le previsioni per i prossimi anni al momento ci danno certezze solo sulla forza sicuramente straordinaria di una crescita di rimbalzo. E sul successivo effetto trascinamento. Ma poi? Il rischio sempre più concreto che il Pil torni presto nei ranghi degli zero virgola è concreto e acuito dal fenomeno dell'inflazione, i cui effetti di lungo termine sono ancora ignoti.

Se dunque a Draghi è stato assegnato, ormai quasi un anno fa, il compito portarci fuori dal Covid cambiando il Paese, a un anno di distanza il lavoro è tutt'altro che finito. Anzi, a ben guardare questi numeri, siamo ancora solo all'inizio.

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