Cronache

Siccità, stato d'emergenza per cinque regioni: cosa succede

Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia Romagna sono le prime regioni in stato di emergenza per la siccità

Siccità, stato d'emergenza per cinque regioni: cosa succede

Consiglio dei ministri lampo a palazzo Chigi per deliberare sullo stato di emergenza relativo alla siccità degli ultimi mesi in Italia. Non è durato che una manciata di minuti, meno di dieci, e ha approvato la dichiarazione dello stato di emergenza in relazione al deficit idrico in atto nelle regioni ricadenti nel bacino del Po e delle Alpi orientali: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna.

Dalle prime informazioni si apprende che sono stati stanziati 10.9 milioni per l'Emilia Romagna, 4.2 milioni per il Friuli Venezia Giulia, 9 milioni per la Lombardia, 7.6 milioni per il Piemonte e 4.8 milioni per il Veneto. Al momento sono solo queste 5 le Regioni che possono beneficiare del decreto ma non è escluso che nelle prossime settimane ci possano essere nuove decisioni in ragione dell'evoluzione climatica. Lazio e Umbria, per esempio, ne hanno fatto recentemente richiesta e potrebbero essere aggiunte. Il decreto verrà emanato solo in un secondo momento in attesa che l'esecutivo reperisca i fondi adeguati a quella che appare, ormai, come una vera e propria crisi dell'acqua.

I più recenti dati forniti da Coldiretti non lasciano spazio a molti dubbi: sono circa 270 mila le aziende agricole che si trovano nelle regioni interessate dallo stato di emergenza. "Un capitale dell'agroalimentare Made in Italy che rischia di sparire sotto i colpi della siccità, con i danni che hanno già superato i tre miliardi di euro", ha spiegato l'associazione, che in questi giorni rilancia un progetto per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell'acqua dalla pioggia.

La dichiarazione dello stato di emergenza per cinque regioni in seguito alla crisi siccità "è un primo passo. Il governo non si fermerà qui, ci saranno altre misure che andremo ad assumere e soprattutto siamo concentrati sulle risorse del Pnrr dedicate proprio a questa tematica".

Così ha spiegato Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali, rispondendo ai cronisti al termine del Cdm.

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