"I battezzati che sono divorziati e risposati civilmente devono essere più integrati nelle comunità cristiane nei diversi modi possibili, evitando ogni occasione di scandalo". Lo chiede il Sinodo dei vescovi nel documento finale approvato questa sera. Nel testo c’è una importante apertura in tema di riammissione ai sacramenti approvata con appena un voto di scarto sui due terzi necessari, cioè con 178 su 265 presenti, quando il quorum era di 177. I contrari sono stati 80 e quindi ci sono state 7 astensioni. Il testo prevede che la comunione possa essere concessa caso per caso: "Il percorso di accompagnamento e discernimento orienta questi fedeli - si legge nella relatio finalis - alla presa di coscienza della loro situazione davanti a Dio".
Il Sinodo chiarisce che da oggi la partecipazione dei divorziati risposati alla vita della Chiesa "può esprimersi in diversi servizi ecclesiali: occorre perciò discernere quali delle diverse forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale possano essere superate. I divorziati risposati - dunque - non solo non devono sentirsi scomunicati, ma possono vivere e maturare come membra vive della Chiesa, sentendola come una madre che li accoglie sempre, si prende cura di loro con affetto e li incoraggia nel cammino della vita e del Vangelo. Quest’integrazione è necessaria pure per la cura e l’educazione cristiana dei loro figli, che debbono essere considerati i più importanti".
La questione della comunione ai divorziati risposati, nella relazione finale del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, è passato per un solo voto di scarto.
Il Sinodo si è ricompattato questa sera sul testo delle relatio finalis, che è stato approvato punto per con una maggioranza sempre superiore ai due terzi. L’anno scorso non era andata così e i punti più controversi, come la comunione ai divorziati risposati e l’accoglienza pastorale ai gay avevano raggiunto solo la maggioranza semplice che per il diritto canonico non è considerata sufficiente. L’approvazione è stata resa nota dal portavoce di lingua tedesca Bernd Agenkrd. I lavori si sono conclusi con il canto del Te Deum. Secondo quanto riferito, Francesco ha pronunciato un discorso molto forte.
Per quanto riguarda il tema dell'omosessualità, il cardinale Christoph Schonborn, arcivescovo di Vienna, ha ricordato anche che ovviamente "il tema della famiglia riguarda l’unione tra uomo e donna, un nucleo connotato dall’apertura alla vita. Ma questa definizione non esclude situazioni di ricomposizione di famiglie". Sul tema dell’omosessualità, ha poi concluso, la dottrina è quella del Catechismo della Chiesa Cattolica e le regole della pastorale sono chiare e classiche: come dice il catechismo ogni persona merita il rispetto dovuto a ogni persona ,anche se certi comportamenti sono visti nella Bibbia in modo differente da come li vedono molte persone di oggi. Magari chiederanno ’qual è il comune denominatore più basso, avete fatto compromessi per il voto? Io penso - ha detto il card. Christoph Schoenborn - che il messaggio principale del sinodo è che la chiesa cattolica in tutto il mondo con un miliardo duecentomila cattolici hanno discusso per due anni il matrimonio e la famiglia, già questo è un fatto notevole per il nostro tempo, e questo è il nucleo del messaggio, un grande sì alla famiglia, l’esito del sinodo è questo sì, che la famiglia non è superata, non è un modello passato, direi è la realtà più fondamentale della società umana.
Il card.
Schoenborn, rispondendo successivamente alla domanda se nella Relatio ci sia la definizione di famiglia, ha detto: "Certo, c’è una definizione: la famiglia è fatta di un uomo e una donna e la loro vita insieme fedele e aperta alla vita, e papa Francesco con il suo buonumore ci ha ricordato che quando due persone si sposano appaiono anche due suocere cioè ci sono due famiglie coinvolte, ma la definizione della famiglia è chiara, come si legge nel primo capitolo della Bibbia, la Genesi, maschio e femmina li creò, e disse loro siate fecondi e moltiplicatevi, e questa definizione non esclude situazioni di ricomposizione di famiglie, patchwork, ma c’è sempre il nucleo uomo-donna e l’apertura alla vita".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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