Cronache

Siracusa, donne migranti in rivolta: da mesi non percepiscono soldi

Le africane si sono dapprima barricate all'interno del centro d'accoglienza che le ospita, poi hanno aggredito i carabinieri che tentavano di entrare. Alcune migranti hanno invitato le donne in gravidanza a sdraiarsi all'ingresso, in modo che i militari non potessero spostarle

Siracusa, donne migranti in rivolta: da mesi non percepiscono soldi

Da mesi a loro dire non percepirebbero più il cosidetto "pocket money" (somme in denaro per piccoli acquisti personali): sarebbe stata questa la motivazione che ha dato il via stamattina ad una rivolta di migranti, tutte donne, che si sono barricate per protesta all'interno del centro d'accoglienza Cenacolo Domenicano di Solarino (Siracusa).

Sono così intervenuti i carabinieri della locale stazione apprendendo dal personale del centro che le migranti, tutte giovani donne in attesa di riconoscimento dello status di rifugiate, non lasciavano più entrare nessuno avendo eretto delle vere e proprie barriere in segno di protesta.

Alla vista dei militari le migranti, anziché far cessare i disordini, hanno rivolto la loro attenzione proprio alle forze dell'ordine, aggredendo i carabinieri con dei bastoni e accompagnando il tutto con morsi, graffi e calci. Alcune africane avrebbero a questo punto invitato le numerose compagne in gravidanza a sdraiarsi davanti alle barricate in modo che i carabinieri non potessero spostarle. Due africane sono state arrestate immediatamente, altre tre hanno tentato di dileguarsi nascondendosi fra i fienili antistanti la struttura, ma il loro tentativo di sfuggire alla cattura è stato vanificato molto presto. Con molta fatica i militari sono riusciti alla fine a riportare la situazione alla normalità.

Le 5 donne finite in manette, tutte giovanissime, sono originarie della Costa D'Avorio e della Nigeria: per loro si sono spalancate le porte del carcere femminile di Catania, dal quale dovranno rispondere di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

Quello di Siracusa non è un episodio isolato: pochi mesi fa a Forlì un gruppo di migranti, sempre per via del pocket money, chiusero in uno stanzino un'operatrice del centro che li ospitava.

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