Economia

Statali, arriva il nuovo contratto: come sarà lo smart working

Il ministro ha spiegato entro quando arriverà il contratto per il lavoro da remoto per 3,2 milioni di dipendenti pubblici

Statali, arriva il nuovo contratto: come sarà lo smart working

Entro un mese arriverà il piano del ministro Renato Brunetta che servirà a regolare il lavoro da remoto per 3,2 milioni di dipendenti pubblici, tenendo conto dei criteri di regolarità, continuità ed efficienza annunciati dal ministro lo scorso aprile quando mandò in pensione l’obbligo del 50% di lavoro in smart-working per i dipendenti pubblici. Il lavoro agile era stato deciso durante l'emergenza da Fabiana Dadone, ai tempi ministro della Pubblica amministrazione.

Brunetta: "Entro un mese un vero contratto"

La fine dello stato di emergenza è ormai vicina, non manca infatti molto a quel fatidico 31 dicembre, quando servirà un piano organizzativo per ogni ufficio, anche per quanto riguarda il lavoro agile, in cui è previsto un massimo del 15% di lavoro svolgibile da remoto. Adesso invece la percentuale per i dipendenti pubblici si aggira ancora intorno al 50%. Il ministro Brunetta ieri ha reso noto che “tra un mese per la prima volta ci sarà un vero contratto per il lavoro agile: ci vorrà un pacchetto organizzativo parallelo al lavoro in presenza sul lavoro da remoto”. Si tratterà di un pacchetto parallelo a quello del lavoro in presenza, con la tanto attesa riforma del pubblico che potrebbe dunque realizzarsi già a ottobre.

Intanto, la prima bozza di contratto per il lavoro agile nelle Funzioni centrali è stata presentata ai sindacati lo scorso 15 settembre. La bozza riguarda i ministeri, le agenzie fiscali, gli enti pubblici non economici, e sarà la base per lo smart-working in tutta la Pubblica amministrazione. Nella bozza presentata da Aran si legge che il lavoro agile dovrà essere possibile solo“per processi e attività di lavoro previamente individuati dalle amministrazioni, per i quali sussistano i necessari requisiti organizzativi e tecnologici per operare con tale modalità”. In questo modo si cerca quindi di “conseguire il miglioramento dei servizi pubblici e l'innovazione organizzativa garantendo l'equilibrio tra vita professionale e vita lavorativa”.[[ 1976170]]

Ogni accordo sarà individuale

Ogni accordo sarà individuale e al suo interno dovrà contenere la durata, le giornate di lavoro in smart-working, il luogo dove lavorare, che comunque non potrà essere al di fuori dei confini nazionali. Il tempo di lavoro verrà diviso in tre fasce: operatività, contattabilità e inoperabilità. La terza fascia prevede per il lavoratore la disconnessione completa, ovvero il diritto di disconnettersi dal lavoro e di non ricevere o rispondere a qualsiasi e-mail, chiamata, o messaggio al di fuori del normale orario di lavoro. Chi si trova in determinate condizioni avrà maggiore facilità ad accedere allo smart-working, come per esempio i genitori con figli di età minore ai 3 anni o disabili, o anche i lavoratori con disabilità. Verranno invece esclusi i lavori in turno e quelli in cui vi è l'utilizzo di strumentazioni non remotizzabili.

All’interno dell’accordo saranno indicate anche le modalità di controllo e potere direttivo da parte del datore di lavoro. Per la prossima settimana sono previsti nuovi incontri tra sindacati e Aran che giovedì 23 settembre si confronteranno sul tema del lavoro agile. Quello che più di tutto sembra preoccupare i sindacati è l’accordo individuale tra il datore di lavoro e il dipendente. Si teme anche che la mancanza di Green pass possa essere un modo per arrivare più facilmente allo smart-working. Anche se è stato specificato che "l’assenza del certificato non può dare in automatico diritto al lavoro da remoto".

Come ha sottolineato Brunetta: “Il contratto sarà individuale tra l'amministrazione e il lavoratore, ma ci deve essere la soddisfazione dei cittadini: a queste condizioni le amministrazioni possono fare tutto lo smart-working che vogliono”.

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