Cronache

"Serve ancora l'ambulanza?". La chiamata dopo 9 ore: soccorsi in tilt

Continuano le segnalazioni sui ritardi dovuti al blocco delle ambulanze nei pronto soccorso della Capitale: "Mi hanno richiamato dopo nove ore dalla richiesta". E l'Ares 118 chiede supporto alla sanità militare

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Richiedere un soccorso ed essere ricontattati soltanto nove ore dopo. Succede nella Roma ostaggio del blocco delle ambulanze. I pronto soccorso continuano ad essere presi d’assalto e decine di mezzi sono costretti a fermarsi in attesa della restituzione della lettiga, che nel frattempo viene trasformata in un comodo (si fa per dire) posto letto. Ve ne avevamo già parlato nei giorni scorsi. Ma i disagi, sebbene la situazione sia leggermente migliorata, continuano. E le segnalazioni da parte dei cittadini anche.

"L'ambulanza? Mi hanno richiamato dopo 9 ore"

"Il cinque luglio sono stato aggredito in zona Rocca Cencia, alla periferia Est di Roma, ho ricevuto un colpo in pieno volto, ero sotto choc e dolorante, ho chiamato l’ambulanza", ci racconta Marco al telefono. La prima chiamata viene ricevuta dal 118 alle 10.48. "Mi hanno detto che avrebbero inviato i soccorsi", continua il racconto. Dopo mezz’ora ancora non si vede nessuno. Marco fa un’altra chiamata. Ma dopo il secondo sollecito le ore passano e nessuno si presenta. A quel punto ci rinuncia e decide di andare da solo al pronto soccorso più vicino. Il paradosso però è che il 118 lo ricontatta attorno alle 19.30 chiedendo se avesse ancora bisogno del mezzo. "Secondo loro sarei dovuto stare ad aspettarli per nove ore? – si sfoga al telefono – In tutta franchezza spero che abbiano soccorso qualcuno più grave di me, di certo se avessi avuto un infarto sarei morto".

Dall’Ares 118 precisano: "Ci dispiace per quanto sta accadendo ma in questi giorni di caos per gli interventi ci atteniamo al triage e, come succede in pronto soccorso, i codici rossi hanno ovviamente la priorità". I mezzi bloccati venerdì erano una ventina. Qualche giorno fa all’esterno dei nosocomi capitolini c’erano fino a 47 ambulanze ferme in attesa. Ma la domanda continua ad essere sproporzionata rispetto alle forze in campo. Colpa dei contagi Covid in aumento, mai così alti dallo scorso gennaio, dei flussi turistici che "complicano la gestione della nuova ondata" e degli incendi che, sebbene non abbiano provocato vittime, richiedono la presenza dell’assistenza sanitaria durante gli interventi di spegnimento.

Boom di richieste: 2.500 chiamate in pochi giorni

I dati parlano chiaro: nelle ultime ore le richieste di soccorso sono state 2.500 a fronte delle 1.500 dello stesso periodo del 2021. "È vero che questa variante provoca una malattia meno severa, ma contribuisce ad aggravare il quadro di pazienti fragili e cronici che hanno bisogno di assistenza in ospedale", ci spiegano dal 118. E anche il trasferimento di questo tipo di pazienti contribuisce ad aumentare i tempi di attesa: "Una volta arrivato a destinazione il mezzo deve essere sanificato e le operazioni durano circa un’ora: più ci sono soccorsi di questo tipo e più aumentano le ambulanze fuori servizio". Il 29 giugno l’azienda ha contattato le società private iscritte nell’albo dei fornitori per chiedere la disponibilità di mezzi di supporto. Quasi nessuno però ha risposto per mancanza di personale sanitario.

La proposta era stata quindi quella di fornire solo mezzi con autista per rendere subito operative le squadre bloccate in attesa della restituzione delle barelle. Ma l'idea non è piaciuta ai sindacati. Per sbloccare la situazione le soluzioni in campo sono due: ampliare in h24 le postazioni che fanno turni di 12 ore e ricorrere al supporto della sanità militare che potrebbe mettere a disposizione dei mezzi sulla base di una convenzione sottoscritta all’inizio della pandemia. "Stiamo facendo davvero di tutto per poter continuare ad assicurare risposte in tempi brevi", assicurano dall’Ares 118. Nel piano è compresa l’attivazione di una postazione fissa in collaborazione con la Asl Roma 1 e le Uscar alla Stazione Termini, da dove nei giorni scorsi era arrivata una delle segnalazioni sui ritardi negli interventi.

Per le organizzazioni sindacali, però, non è abbastanza: "Dopo l'ambulanza con l'autista a bordo che 'vaga per gli ospedali alla ricerca di equipaggi bloccati ora passiamo al camper sanitario: con quali effettivi benefici per il sistema 118 e sulla forte pressione che gli operatori stanno sostenendo non è dato saperlo", protesta Alessandro Saulini, sindacalista del Nursind Ares 118. Non c'è altra via, insiste, che quella di "aumentare le risorse disponibili nelle centrali operative e sul territorio con più ambulanze, infermieri e professionisti".

Il caos nei pronto soccorso

La situazione è strettamente connessa al sovraffollamento dei reparti di emergenza-urgenza degli ospedali, denunciata dai medici di pronto soccorso e per cui Filippo Anelli, Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici, aveva chiesto un intervento straordinario al governo. "A Roma il 60 per cento dei presenti in pronto soccorso è in attesa di un posto letto e la cosa più assurda è che gli insegnamenti positivi della pandemia, tra tutti il potenziamento della rete sul territorio come filtro per gli accessi impropri in ospedale o le Uscar, sono stati già dimenticati. A fare le spese di questa situazione sono gli operatori sanitari ridotti allo stremo delle forze, che sempre più spesso si ritrovano ad essere vittime di aggressioni. Non serve ampliare i pronto soccorso, semplicemente bisognerebbe organizzarsi meglio", spiega Stefano Barone, segretario provinciale del Nursind, sindacato degli infermieri.

Dall’assessorato alla Sanità della Regione Lazio rendono noto che si sta lavorando per sopperire alla carenza di medici sulla base del protocollo d’intesa siglato con Simeu e Cittadinanza Attiva nel maggio del 2022, e che sul tema c’è un’interlocuzione con il ministro Roberto Speranza, che proprio nei giorni scorsi ha annunciato l’avvio di un’iniziativa "sul piano del personale", con il finanziamento di "17.400 borse di specializzazione" per rafforzare il servizio sanitario.

Le reazioni politiche

Nel frattempo, però, c’è chi protesta. Il consigliere leghista in Campidoglio, Fabrizio Santori fa appello al governatore: "L’ambulanza si palesa dopo nove ore? Una vergogna. Nicola Zingaretti si occupa di riscaldamento globale e, in perfetto stile radical chic, pensa a cosa fare domani: ma Roma soffre una gravissima e pericolosa emergenza adesso". "Quello che accade è assurdo, al limite della sopportazione. – incalza Santori - Servono subito interventi efficaci".

Dalla Pisana gli fa eco il collega di partito Pasquale Ciacciarelli: "Oltre ai 10 miliardi di euro di spesa sanitaria, Zingaretti gode di un'addizionale Irpef dello 0,50% pagata dai cittadini senza esclusione di fasce sociali e legata al commissariamento della sanità.

Però il modello sanitario è un disastro".

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