"Sofiya strangolata o uccisa a calci". Le conferme dall'autopsia

Non ci sono più dubbi sull'identità della vittima, uccisa e buttata in un sacco

screenshot servizio "Chi l'ha visto?"
screenshot servizio "Chi l'ha visto?"

Si è trattata di un omicidio e sull'identità della vittima ora non ci sono più dubbi. È Sofiya Melnyk la donna trovata cadavere nel bosco del monte Grappa dopo essere sparita il 15 novembre in Veneto.

La 43enne interprete ucraina è stata uccisa e buttata in un burrone, chiusa dentro un sacco dell'immondizia. Solo l'autopsia ha potuto dare conferme su chi fosse, dopo settimane in cui quel corpo è stato martoriato dagli animali e dall'azione del tempo.

Poco altro è al momento emerso dall'esame, ma quello che pare certo è che la donna non sia stata uccisa da armi da fuoco o armi da taglio, ma piuttosto strangolata o presa a calci fino alla morte.

Due mesi di tempo. Tanto ha chiesto il consulente tecnico del pm.

Nuovi esami sono previsti sul corpo: Tac e altri accertamenti radiografici e istologici che mirano a scoprire la verità su quanto è accaduto.

Poco dopo la sparizione della Melnyk il compagno 50enne Daniel Pascal Albanese si è ucciso impiccandosi. La pista su cui lavorano i carabinieri è quella di un omicidio-suicidio.

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