La Salis ora invoca il processo in Italia ma sa che non si farà

L'eurodeputata salva sino al 2029

La Salis ora invoca il processo in Italia ma sa che non si farà
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"Non voglio usare l'immunità per sottrarmi al processo. Sono pronta a farmi giudicare in Italia". Questo è uno degli argomenti su cui Ilaria Salis (nella foto) ha insistito maggiormente per convincere (con successo) l'Europarlamento a respingere la richiesta di revoca dell'immunità avanzata dalla magistratura ungherese. È stato un argomento decisivo per spingere un buon numero di franchi tiratori a salvare, nel voto segreto, la combattiva parlamentare italiana.

Ma in Italia la Salis non verrà processata. E probabilmente lei è la prima a sapere che il voto dell'altro ieri la mette per un congruo numero di anni al riparo da un processo per i fattacci a Budapest del febbraio 2023, quando - secondo l'accusa - partecipò al brutale pestaggio di alcuni militanti (veri o presunti) dell'ultradestra. La posizione dell'italiana verrà stralciata e finirà su una specie di binario morto.

A rendere inevitabile l'esito della faccenda è il testo del codice penale che - secondo gli avvocati della Salis - renderebbe possibile un procedimento nel nostro paese. La norma che consente di perseguire in Italia un italiano per reati commessi all'estero prevede almeno tre condizioni, nessuna delle quali sembra verificarsi in questo caso. La prima è che il paese dove il reato è stato commesso abbia presentato una richiesta di estradizione respinta dall'Italia: cosa che non è mai avvenuta, l'Ungheria non ha potuto e - a causa del voto di martedì - tuttora non può chiedere la consegna della Salis perché la donna è protetta dall'immunità parlamentare; la seconda è che l'indagata si trovasse in Italia quando è iniziata l'inchiesta a suo carico, mentre invece l'indagine contro la Salis parte con il suo arresto a Budapest l'11 febbraio 2023; la terza è che a avviare la procedura sia il ministro della Giustizia. E, secondo quanto trapela, Carlo Nordio non ha la minima intenzione di aprire un fascicolo a carico della eurodeputata, sia perché ne mancano i requisiti formali sia (ma questa è solo una ipotesi) perché un processo italiano contro la Salis servirebbe solo a inasprire il caso, e a peggiorare i rapporti non facili con Budapest. Tutto finito, dunque. Almeno per tutti gli anni che mancano alla scadenza del mandato della Salis a Strasburgo: ovvero al giugno 2029. Solo dopo quella data, a meno che riesca a farsi rieleggere, la maestra monzese dovrà fare i conti con le accuse della Procura di Budapest, che potrebbe anche chiedere un mandato di arresto europeo. Ma da qui al 2029 può accadere di tutto.

La Salis comunque insiste.

E sui social lancia un appello a Nordio: "Salis chiama, Nordio risponde? Finora ho sentito solo insulti e falsità: si ripete che io voglia sottrarmi alla giustizia. Non è vero. Si può fare - aggiunge - e si può fare subito. L'immunità parlamentare europea non lo impedisce. Tutto dipende dalla volontà delle autorità italiane".

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