
Mi chiamo Concetta Castronovo, sono nata ad Agrigento il 09/02/1951, sono una pensionata con un'entrata media di euro 600 mensili.
Ieri ho ascoltato il vostro direttore riguardo al segretario della Cgil Landini. Io non sono un genio ma non riesco a non rendermi conto delle ambizioni politiche del segretario sindacale. Mi accorsi due anni fa che il sindacato a tutto pensava tranne che ai pensionati e ai lavoratori. Presi la tessera nel 2021 per rendermi conto l'anno dopo che le mie pratiche languivano nella loro banca dati, che si muovevano solo per boicottare il governo Meloni. Io ho anche un figlio invalido e in teoria ho una residenza fittizia non avendo casa stabile, se proprio qualcuno ha fatto qualcosa è la Giorgia Meloni almeno nei miei riguardi. Infatti stracciai la tessera della Cgil in una diretta online su facebook. Adesso fanno sciopero generale per Gaza la Flottiglia di gommoni e altre sciocchezze del genere. Sarebbe stato più logico organizzare una flotta di zattere e farle girare con al loro interno pensionati e operai o organizzare delle mongolfiere per fare altrettanto. Lo so, sono sciocchezze ma non ci vedo nessuna differenza con Gaza e sicuramente costerebbe meno. Gaza, Ucraina, tutto male è chiaro, ma cosa c'entra il governo Meloni?
Grazie per lo sfogo
Tina
Cara Tina,
il tuo sfogo è limpido e sincero, e lo accolgo con affetto e rispetto. Tu parli da cittadina, da pensionata con mille difficoltà, e lo fai con l'umanità che tanti dimenticano. E in quelle parole c'è una verità che troppo spesso si perde nei tribunali delle ideologie. Mi chiedi, con tono innocente e coraggioso: «Cosa c'entra Meloni con Gaza? E i sindacati con i palestinesi?».
E io ti rispondo che in questo tempo il confine tra politica estera e politica interna è diventato perversamente labile, spesso a vantaggio di chi cerca di strumentalizzare il dolore degli altri per fini ideologici. Tu hai ragione quando dici che ci sono persone bisognose, pensionati, famiglie in difficoltà: sono proprio loro l'Italia dimenticata che un governo degno dovrebbe mettere al centro. Ed è su questo che va giudicata una classe dirigente. Io credo che Giorgia Meloni abbia fatto e stia facendo degli sforzi reali per non abbandonare quelle persone. È inutile negarlo: ha promosso interventi sociali, stanziato fondi per fasce deboli, ha mantenuto il discorso sociale nel suo programma, non come ornamento ma come necessità. L'ha fatto in un contesto internazionale dove le pressioni sono fortissime, i vincoli europei stretti, le risorse limitate. Tu potresti dire che il reddito di cittadinanza era uno strumento imperfetto, troppo generoso verso chi non lavorava, e che molti lo vedevano come un sussidio eterno, anziché come ponte verso il lavoro. Quel tipo di benefici, quando l'economia cresce male e il lavoro manca, diventano aberrazioni. Bene, Meloni ha già avviato riforme del welfare che mettono al centro la dignità del lavoro, non la dipendenza, non l'assistenzialismo, che crea sudditi oppressi e miseri e non cittadini liberi e felici. I sindacati, che tu hai frequentato e poi abbandonato, spesso si sono dimenticati di tutelare chi lavora davvero, chi paga le tasse, chi soffre ogni giorno. Li hai visti silenziosi su tante battaglie reali, troppo presi da cause esotiche e narrative ideologiche. Ecco perché chi, come te, ha bisogno di risposte concrete, si sente tradita.
E permettimi qualche osservazione riguardo alla notizia che Meloni, Tajani e Crosetto sarebbero stati denunciati per «concorso in genocidio» alla Corte Penale Internazionale (Cpi), la premier stessa lo ha confermato pubblicamente in trasmissioni televisive e l'ha definito un caso «senza precedenti». Ma chi denuncia cosa, e con quali elementi, è un altro discorso. Essere denunciati non equivale a essere giudicati colpevoli, né vuol dire che i fatti siano stati accertati. È un passo iniziale di un'azione legale, non una condanna. Questa accusa non ha prodotto alcun procedimento. Serve che i denuncianti portino le prove: consegne di armi, decisioni del governo, responsabilità oggettiva nel conflitto. E che la Cpi accetti la giurisdizione. Meloni si è giustamente dichiarata parte lesa, affermando che questa denuncia è «senza storia», che è un attacco politico, che l'Italia non ha approvato nuovi invii di armi a Israele da ottobre 2023. E ha aggiunto che non intende restare in silenzio di fronte a calunnie che mirano a delegittimarla. Non è stato trovato un motivo valido, un punto debole, un errore, per erodere il consenso di cui gode questa maggioranza, allora si ricorre a questo genere di pretesti, a queste ridicole accuse, a quello che succede altrove, di cui Meloni non è assolutamente, nemmeno lontanamente, responsabile. Siamo davanti all'ennesimo strumento che qualcuno sta usando contro il governo per segnare terreno politico. Invano.
Ma non
sarebbe meglio, per una sinistra desiderosa di recuperare fiducia e voti, concentrarsi su lavoratori, cittadini italiani, questioni che ci riguardano da vicino? Una opposizione che si occupa di Gaza non serve agli italiani.