I soldati sono sulla linea del Piave nella lotta contro il virus e da Nord a Sud si chiede a gran voce l'intervento in forze dell'esercito, ma il ministro tentenna e il capo di Stato maggiore della Difesa sembra scomparso. Per non parlare della comunicazione istituzionale sull'impegno delle Forze armate, che prova a nascondere le bare portate via da Bergamo, oppure cerca di trasmettere il messaggio di militari crocerossine o poco più. Perché non dire chiaro e tondo che i nostri monatti in mimetica hanno già trasferito da Bergamo 151 feretri e prevedono di portarne via 700? Solo con immagini forti e notizie da pugno nello stomaco, chi è ancora in giro facendo finta di niente forse capirà che bisogna stare tappati in casa. E se non bastasse meglio usare la forza della deterrenza con ancora più militari per le strade. In Lombardia hanno chiesto 10mila uomini e pure i governatori del Pd in Emilia Romagna e in Campania invocano l'esercito. A Castel Volturno dove la miscela migranti e virus è esplosiva non aspettano altro.
I soldati sono pronti, ma il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, dimostra timidezza, per usare un eufemismo. E nell'intervista di ieri sul Messaggero ha subito messo le mani avanti: «Nessuna militarizzazione». A parte che se avessimo militarizzato almeno una parte del Paese, come in Cina, forse oggi non avremmo superato Wuhan in termini di vittime. E poi la gente non ha paura dell'esercito, al contrario si sente al sicuro con più mezzi e mimetiche, che fanno rispettare le regole. Guerini ha parlato degli oltre 7mila uomini di Strade sicure, ma questo si sapeva già. L'esercito ha in prontezza altri 6mila, che cominciano a venire dispiegati e lo saranno sempre di più. Se fosse necessario gettiamo nella mischia tutto quello che abbiamo per resistere e vincere. O qualcuno si vergogna di utilizzare le Forze armate con tutta la loro forza in un'emergenza nazionale senza precedenti dalla seconda guerra mondiale? Guerini forse teme di irritare i grillini, che chiedono il ritiro delle nostre truppe dalle missioni all'estero per impegnarle in patria, ma in realtà sognano di smilitarizzare l'esercito. Il Fatto quotidiano non a caso titola «pazza voglia di colonnelli», senza rendersi conto che c'è solo voglia di sconfiggere il virus con tutte le forze in campo. O forse il ministro della Difesa sente il richiamo pacifista della sinistra cattolica, ma pure Avvenire non storce il naso sull'intervento delle truppe contro il virus.
Purtroppo la timidezza della Difesa si riflette sulla comunicazione istituzionale. I medici militari danno man forte negli ospedali dei peggiori focolai o nel carcere di Parma dove si registra il primo detenuto infetto, nei paesini travolti dal virus e nelle case di riposo dalle Marche alla Sardegna diventate lazzaretti. Però l'ordine è di far girare servizi per i Tg con militari che sembrano usciti dal calendario dell'esercito e non dalla trincea degli ospedali dove combattono, mentre i medici civili fanno entrare le telecamere in terapia intensiva per far capire che è una «guerra». Non a caso, in 48 ore, sono stati montati due ospedali da campo militari a Crema e Piacenza. Nei giorni dell'impennata del contagio e dei morti con i militari mobilitati a cinturare le zone rosse, lo Stato maggiore della Difesa taceva. Per non parlare dello stucchevole video della Difesa con l'Italia dall'alto e le Frecce tricolori alla fine, che assomiglia ad un promo turistico, mentre il sito della Bbc piazzava in apertura i nostri militari in mimetica, mascherina e arma a tracolla per far rispettare le regole antivirus.
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