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Sondaggio, ora italiani temono rivolte e non si fidano dei politici

Secondo il sondaggio di Euromedia Research, cresce la sfiducia nei confronti della politica e aumenta la paura di forti tensioni sociali

Sondaggio, ora italiani temono rivolte e non si fidano dei politici

Quello di Euromedia Research non è il classico sondaggio sulle intenzioni di voto degli italiani, ma la cartina di tornasole di quelle che sono le preoccupazioni e gli umori della popolazione. L’analisi condotta dall’istituto demoscopico diretto da Alessandra Ghisleri ha infatti sondato gli orientamenti dei cittadini nei confronti della pandemia di coronavirus e anche nei confronti della classe politica nostrana.

Venendo ai risultati del report realizzato per La Stampa, Ghisleri sottolinea come dopo oltre tre mesi dall’inizio dell’emergenza sanitaria nazionale e dopo due mesi dall’inizio della serrata, gli italiani incominciano seriamente a nutrire paura per quello che sarà il futuro. Parallelamente a questo timore crescente, crolla la fiducia dell’italiano medio nei confronti dei leader politici: solo il 5%, infatti, continua a nutrire fiducia nei loro confronti.

Insomma, secondo quanto registrato da Euromedia, il Covid-19 sta alimentando le paure degli italiani e la paura principale, almeno da quando rilevato da questo sondaggio, è quello delle tensioni sociali, concentrate soprattutto al Settentrione. "Dopo cento giorni di lockdown gli italiani iniziano ad avere paura: sette su dieci temono che la crisi economia possa far esplodere le rivolte sociali, soprattutto al Nord. Solo cinque (come dicevamo, ndr) su cento dichiarano di avere ancora fiducia nei politici".

Ecco, ma sottolineando questo aspetto, la politologa dice una cosa importante: "Il tema vero è che la fiducia nei politici italiani oggi è al 4,6%, solo un punto percentuale più alta di quel periodo che ha portato Beppe Grillo al famoso V-day, il che ci spinge ad affermare con forza che la politica oggi non deve inseguire il consenso, ma il buon senso".

Tornando alla paura delle rivolte sociale al Nord, Ghisleri spiega come il 65% (per l’esattezza il 64,6%) "si dichiara consapevole del rischio di importanti tensioni sociali soprattutto nelle aree più produttive del paese".

Ma questa paura da dov’è nata? Secondo la Ghisleri da tutta quella mole di informazioni spesso contraddittorie e confuse relative alle misure di contenimento: "Hanno instillato il seme della paura e gli italiani hanno rispettato i limiti imposti. Interrogati nel merito dopo quattro giorni di Fase 2, solo l’1,3% ci ha dichiarato che di essere uscito anche durante il lockdown, il che coincide con quanto dichiarato il 15 aprile sullo stesso tema. Dai numeri ci si rende conto che la responsabilità degli italiani ha risposto positivamente quando ha dovuto rispettare le regole, lo stesso rispetto che ora la gente chiede in cambio alle istituzioni".

Infine, il dato "preoccupato" sulla mancata

ripresa economica: "Il 56,8% teme l’aggravamento della situazione economica mentre il 40,1% rimane ancora concentrato sul contagio", chiosa infine Ghisleri, snocciolando l'ultimo dato del suo sondaggio.

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