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"Stufo di nascondermi". Puscher marocchino (arrestato 20 volte) si costituisce alla polizia

Lo straniero ha deciso di mettere fine alla sua latitanza consegnandosi agli agenti del commissariato di Brescia. Era ricercato dallo scorso mese di agosto

"Stufo di nascondermi". Puscher marocchino (arrestato 20 volte) si costituisce alla polizia

Ha un primato di cui non andare fieri, accumulato negli ultimi anni di permanenza in Italia. Il record poco invidiabile appartiene a un uomo di 45 anni, originario del Marocco, il quale è stato arrestato per ben 20 volte, oltre ad aver scontato diversi periodi di detenzione in carcere. Lo straniero ha deciso di mettere fine alla sua latitanza e, braccato dagli agenti di polizia, ha deciso di consegnarsi spontaneamente in commissariato di via Donegani a Brescia. Quando i poliziotti gli hanno aperto sono rimasti stupiti, non avrebbero mai immaginato di trovarselo di fronte e alla domanda sul suo gesto il marocchino ha risposto: “Sono stufo di nascondermi, so che mi state cercando, preferisco scontare la mia pena”.

Per il 45enne si sono aperte prima le porte della camera di sicurezza e poi quelle della casa circondariale, in attesa dell’ennesimo processo in tribunale da subire. Sul suo conto, dopo l’ultimo episodio criminale di cui si era reso protagonista lo scorso mese di agosto, era stato emesso un nuovo ordine di carcerazione che gli agenti della polizia locale di Brescia stavano provando ad eseguire controllando tutte le zone in cui è solito spacciare droga. Un continuo vivere sotto pressione che evidentemente ha stancato il marocchino, il quale ha deciso di gettare la spugna e consegnarsi alle forze dell’ordine, per farsi giudicare in un’aula di tribunale e scontare la sua pena.

In passato, il pusher era stato anche espulso dall’Italia, ma poi è ritornato nella “sua” Brescia per continuare a svolgere l’attività illegale di spacciatore di sostanze stupefacenti. Noto anche il suo modus operandi: il pusher era solito nascondere le dosi di cocaina nelle intercapedini dei muri, sotto alcuni vasi o nei contatori, le estraeva solo per soddisfare le richieste dei clienti che lo avvicinavano.

Era latitante da qualche mese e sembrava averla fatta franca, poi la sorpresa, con la decisione inaspettata di mettere fine alla sua fuga, accettando di essere processato e di trascorrere le prossime settimane in carcere.

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