Cronache

Spingeva minorenni all'anoressia. Denunciato coach "Pro-Ana"

Si fingeva un medico e aveva agganciato diversi ragazzini su una piattaforma social. Il suo obiettivo era quello di sponsorizzare una dieta rigidissima fino al raggiungimento dell'anoressia

Spingeva minorenni all'anoressia. Denunciato coach "Pro-Ana"

È stata una ragazza di 15 anni, ricoverata da mesi in ospedale per disturbi alimentari, la giovane che ha fatto scattare l'allarme per identificare un presunto coach che distribuiva online un programma pericolosissimo di dimagrimento. Si tratta di un 40enne, libero professionista, l'uomo al centro della bufera. In passato era stato condannato per pornografia minorile.

Si presentava come medico pur non avendo mai conseguito il titolo di studio e si definiva coach pro-Ana. Prometteva un fisico come quello delle più note fashion blogger e incoraggiava comportamenti disfunzionali su un gruppo di una piattaforma social, approfittando della fragilità di alcuni minorenni per inculcare loro l'importanza di mangiare pochissimo.

I rischi della rete

"Il mondo della Rete è marcio. Ci sono i falsi 'coach' che spingono le adolescenti all'anoressia o alla bulimia, mettendole in un pericolo mortale perché c'è un livello di dimagrimento oltre il quale non si torna indietro se non con esiti perenni alla vista, all'apparato digerente, ai reni". Con queste parole il noto psichiatra Paolo Crepet ha commentato all'Agi la triste storia. "Ci sono molti altri rischi: ad esempio un mercato di psicofarmaci, largamente utilizzato dagli adolescenti. Li acquistano senza la ricetta medica e li usano per sballarsi, come se fossero droghe. La verità è che è in atto un cambiamento antropologico delle nostre azioni, voluto da aziende che lucrano su questo. E di fronte a questo disastro dei nostri giovani la politica è muta e latitante, e le famiglie sono in crisi".

In Rete vi sono comunità virtuali che si stanno diffondendo molto rapidamente sotto il nome di pro-Ana e pro-Mia, rispettivamente pro-Anoressia e pro-Bulimia. La Polizia Postale intende coinvolgere le famiglie dei ragazzi adolescenti a non sottovalutare eventuali segni di autolesionismo. Questo è, infatti, un fenomeno che sta dilagando molto sui social.

Dopo le dichiarazioni della giovane è scattata l'indagine 'Free Angels' della Polizia postale di Trieste e Udine, sotto la guida del Centro nazionale di coordinamento alla pedopornografia online (Cncpo) del Servizio polizia postale e delle comunicazioni di Roma.

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