Cronache

Milano, rapiti dai servizi libici: il giallo sui miliziani spariti

A Milano due libici accusati di aggressione nei confronti di un connazionale sono stati prelevati di notte dai servizi segreti di Tripoli e portati in patria: mistero sui motivi del gesto

Milano, rapiti dai servizi libici: il giallo sui miliziani spariti

Un giallo che sembra assomigliare più ad una vera e propria “spy story”, con tanto di servizi segreti stranieri che di notte organizzano in fretta ed in furia l’evacuazione in patria di due loro connazionali.

I servizi in questione sono quelli libici e teatro di questa storia è l’ospedale San Raffaele di Milano. Qui, nella notte di mercoledì 15 marzo, un cittadino libico si è presentato al pronto soccorso con alcuni tagli. È risultato subito evidente che è stato aggredito e la circostanza già ha fatto insospettire i medici, che hanno quindi chiamato la Polizia.

Ma c’è un antefatto essenziale da spiegare per capire meglio il contesto. All’ospedale San Raffaele vengono ricoverati, in base ad un accordo tra il gruppo San Donato e l’ambasciata di Tripoli presso la Santa Sede, i feriti libici. Non è specificato se si tratta di miliziani, militari o semplici feriti, si sa soltanto che dalla scorsa primavera dal paese nordafricano alcuni feriti vengono evacuati e portati presso la struttura ospedaliera milanese.

Viaggio e spese di ogni tipo, sono pagate dal governo di Tripoli. Quest’ultimo paga anche l’alloggio al vicino Hotel Rafael per chi, pur dimesso dal nosocomio, deve comunque rimanere a Milano per controlli ed accertamenti. Il libico che si è presentato ferito al pronto soccorso, è proprio uno di quelli che alloggiano in questo albergo. Dunque, si tratta di uno dei pazienti seguito nell’ambito del programma stipulato con l’ambasciata libica presso la Santa Sede.

Alla Polizia ha raccontato di essere stato aggredito da due suoi connazionali all’interno del Rafael. Futili motivi, avrebbe dichiarato agli inquirenti, pochi euro contesi che hanno scatenato la furia dei due aggressori.

Ovviamente gli inquirenti hanno subito cercato di capire meglio la dinamica, recandosi presso la struttura alberghiera. Qui hanno individuato i due aggressori e, come raccontato su La Stampa, hanno perquisito le loro camere. All’interno di una di queste è stata scovata una strana polvere bianca che ha subito fatto pensare a sostanze stupefacenti. Si è poi scoperto in realtà che si trattava di semplice farina.

Intanto al pronto soccorso, dove il ferito era ricoverato, per alcune ore è stato un via vai di persone legate al locale consolato libico, segno dunque che aggressori ed aggredito forse non erano semplici civili assistiti.

A maggior ragione, gli inquirenti hanno iniziato a voler capire di più della vicenda informando anche il capo del pool Antiterrorismo della procura di Milano, Alberto Nobili. Quest’ultimo ha aperto un fascicolo, programmando per il giorno successivo un interrogatorio ai due presunti aggressori. Ed è qui che la vicenda ha preso le sembianze di una vera e propria spy story: quando gli inquirenti sono tornato al Rafael, i due non c’erano più.

Spariti nel nulla, senza che nessuno sapesse la loro sorte, come se in quell’hotel non fossero mai passati. Secondo una prima ricostruzione, potrebbe essere probabile che i due siano stati prelevati quella notte stessa e portati in un vicino aeroporto. Da qui, i protagonisti della vicenda sarebbero quindi ritornati in Libia.

Adesso la domanda è su chi potrebbe aver prelevato i due. Gli occhi sono puntati sui servizi segreti libici o su alcune forze vicine alle milizie del governo di Al Sarraj. Sul perché del gesto, il mistero è ancora più fitto e le domani appaiono ancora più inquietanti.

E mentre il ferito è in via di guarigione al San Raffaele, ci si chiede quindi come mai l’urgenza di evacuare due libici dall’Italia da parte dei servizi di Tripoli, come mai nascondere la dinamica di quanto accaduto al Rafael e, soprattutto, il perché di un gesto così eclatante dato da una misteriosa operazione dei servizi.

Domande a cui da Milano si sta cercando di dare repentine risposte.

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