Coronavirus

Lo Stato e la legge che si fermano davanti a Dio

Finalmente un prete degno di Sant'Ambrogio, del dottore della Chiesa che scrisse Ubi fides, ibi libertas. Si chiama don Lino Viola, ha ottant'anni ed è parroco di Gallignano, frazione di Soncino

Lo Stato e la legge che si fermano davanti a Dio

Finalmente un prete degno di Sant'Ambrogio, del dottore della Chiesa che scrisse Ubi fides, ibi libertas. Si chiama don Lino Viola, ha ottant'anni ed è parroco di Gallignano, frazione di Soncino, il paese cremonese che ha dato il nome a un delizioso lattughino e i natali a Piero Manzoni, artefice di una meno appetitosa e però geniale scatoletta. Oggi Soncino acquista un altro merito: avere ospitato il primo vero episodio di resistenza cattolica nell'Italia del Coronavirus.

Era già accaduto, durante questa infinita quarantena, che le forze dell'ordine irrompessero in una chiesa per interrompere una messa. Siccome oggi l'eucarestia pubblica, anche se in presenza di quattro gatti, è proibita dal decreto di un sedicente seguace dell'incolpevole Padre Pio, il Santo che piuttosto di interrompere una messa si sarebbe fatto uccidere. Era già accaduto a Cerveteri (Roma), a Sant'Anastasia (Napoli), a Scafati (Salerno), a Sant'Arpino (Caserta)... Ma sempre, prima d'ora, il povero celebrante si era arreso alle divise. A Soncino è andata diversamente, come testimonia il video che circola in rete: al carabiniere che si stava avvicinando all'altare don Lino ha detto vade retro. Quello che i vescovi della Cei non sono stati capaci di dire, piegando subito il capo ai diktat di Conte, un tantino anticostituzionali (vedasi articolo 19) e ancor più antirazionali nell'Italia secolarizzata delle grandi chiese vuote, specie nei giorni feriali, con fedeli già distanziati di loro e comunque ulteriormente distanziabili (evitando ad esempio lo scambio della pace). Quaranta e passa giorni di supermercati aperti e chiese chiuse, considerate meno indispensabili perfino di tabaccherie e profumerie.

Il no di don Lino è il no a Cesare che, ubriaco di potere, pretende gli venga dato anche quello che è di Dio. È il no del cardinale Zen all'inginocchiarsi vaticano di fronte al partito comunista cinese. È il no di don Minzoni alla pretesa fascista di vietare lo scoutismo cattolico. È il no di innumerevoli uomini di Chiesa che nel corso dei secoli hanno difeso la libertà religiosa dalle ingerenze statali. A volte rischiando la vita e stavolta, per fortuna, rischiando solo 270 euro di multa e la ramanzina del vescovo di Cremona che, governativo allineato e zelante, ha subito emesso un comunicato contro il proprio parroco.

Ma che importa, a essere fiero di don Lino oggi è Sant'Ambrogio, e davvero dove c'è la fede c'è la libertà: ci voleva un vecchio prete di campagna per ricordarcelo.

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