Guerra in Ucraina

"Stia zitta", "Dice...". Altissima tensione in studio

Fabiola D'Aliesio si sfoga con la giornalista ucraina: "La pagano bene per piangere in televisione". La replica di Kateryna Nesterenko: "Nel mio Paese c'è la guerra e lei sta sparando favolette russe"

"Stia zitta", "Dice...". Altissima tensione in studio

Le terribili immagini che arrivano dall'Ucraina restano oggetto di divisioni e accesi dibattiti nei programmi televisivi, che provano a offrire diversi spunti di riflessione e chiavi di lettura con ospiti che puntualmente non si trovano d'accordo sulle interpretazioni e i ragionamenti del conflitto militare. L'ultima puntata di Non è l'arena, trasmissione in onda la domenica sera su La7, si è occupata di quanto sta accadendo tra Ucraina e Russia: le differenti tesi degli ospiti hanno finito per innescare un acceso dibattito in studio, complicando il lavoro di conduzione di Massimo Giletti che era in diretta da Odessa.

Un duro attacco è stato sferrato da Fabiola D'Aliesio della segreteria federale campana del P.CARC (Comitato di appoggio alla resistenza per il comunismo) nei confronti della giornalista ucraina Kateryna Nesterenko che aveva messo nel mirino la propaganda russa. Le due non hanno trovato un punto d'incontro nelle loro analisi e così lo scontro verbale non è stato altro che la naturale conseguenza. La D'Aliesio ha puntato il dito contro la giornalista ucraina, accusandola di esprimersi con eccessiva enfasi e l'ha accusata di ricevere una serie di compensi economici.

"In Ucraina sono scomparsi 50 giornalisti, desaparecidos del governo Zelensky", è stata la frecciatina della D'Aliesio. Non si è fatta attendere la replica della Nesterenko, che senza pensarci ha risposto all'attacco ricevuto: "La prego di stare un po' più zitta. Per favore, possiamo parlare o dobbiamo urlare come al mercato?". La D'Aliesio ha rimarcato le proprie posizioni e ha fatto notare alla giornalista ucraina di non trovarsi in un luogo pronto ad applaudire ogni sua dichiarazione: "A me paga la volontà di trovare la pace per i miei figli, per i figli di tutti gli italiani e di tutti gli ucraini. Mi paga la necessità di un futuro migliore".

A quel punto la D'Aliesio ha punzecchiato ancora una volta la sua interlocutrice, senza usare mezzi termini per muovere un'accusa sul piano personale: "A lei chi la paga? Signora, stia zitta perché a lei la pagano bene per stare là, per raccontarci le cose e per piangere in televisione". Pure in questa occasione la Nesterenko ha voluto difendere la propria posizione e controbattere: "Non posso stare zitta perché nel mio Paese c'è la guerra e lei sta sparando le favolette russe. Lasciate stare queste fesserie".

Il riferimento era alle tesi sulla presenza di realtà neo-naziste tra la popolazione ucraina, per cui il Reggimento Azov è stato accusato.

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