Economia

Stop ai tir sul Brennero: "Così si penalizza l'Italia"

Da due anni chi si muove lungo l'arteria che collega Austria e Italia deve fare i conti con limitazioni legate all'ambiente. Il Ppe chiede di sbloccare la situazione

Stop ai tir sul Brennero: "Così si penalizza l'export italiano"

È una delle più importanti arterie del commercio europeo, uno snodo strategico del del Corridoio commerciale tra Mediterraneo e Scandinavia. Nel 2019, dal passo del Brennero sono transitati 50 mio ton/anno, per un valore di 170 miliardi di euro. Eppure, il settore dei trasporti pesanti che transitano per il valico che collega Italia e Austria è limitato da due anni per motivi ambientali. E ora il rischio è che le restrizioni si facciano più stringenti.

Per questo, otto europarlamentari del Partito popolare europeo hanno scritto e inviato una lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Massimiliano Salini e i sette cofirmatari (Antonio Tajani, Isabella Adinolfi, Andrea Caroppo, Salvatore De Meo, Fulvio Martusciello, Aldo Patriciello e Licia Vuolo) chiedono di intervenire per sbloccare la situazione. Da un lato ci sono le restrizioni imposte negli ultimi due anni. Dal 1 gennaio 2020, infatti, l'Austria ha imposto limitazioni al traffico pesante che transita dal Brennero in Tirolo, che riguardano il trasporto di merci come rifiuti, pietre, detriti, legnami, carta e cartone, cemento e persino i cereali. Ancora più stringenti i divieti approvati dal 1 gennaio di quest'anno, che hanno introdotto un blocco per il transito nelle ore notturne. "Entrambe le disposizioni", scrivono gli europarlamentari, "traggono la loro base legale dalla Legge sul controllo dell'Inquinamento e vengono pertanto giustificate come misure per la tutela dell'aria e dell'ambiente". E, aggiungono, i divieti hanno in comune "la diversa applicazione per il trasporto pesante locale, il quale gode di condizioni nettamente favorevoli e di vincoli meno stringenti". Come se non bastasse, le limitazioni si faranno più stringenti. Entro l'estate del 2022 entrerà in vigore lo stop alla circolazione per i mezzi pesanti immatricolati prima del 2020.

"Queste misure - sottolineano Salini e i colleghi - e il loro inasprimento non trovano giustificazione nel contesto attuale". E, a supporto delle proprie tesi, allegano i dati che smentiscono chi sostiene che il trasporto pesante stia contribuendo al peggioramento ambientale: "Il contesto attuale registra valori della qualità dell'aria in netto miglioramento rispetto al passato. Almeno dal 2019 non è stato superato il valore limite per la qualità dell'aria lungo le autostrade A12 e A13 in Tirolo". Dunque, è la conclusione dei mittenti della lettera, "venute meno le ragioni ambientali di tali misure, ci si interroga sulla proporzionalità e compatibilità di queste disposizioni unilaterali rispetto al diritto europeo".

"Chiediamo", concludono rivolgendosi a von der Leyen, "un suo intervento tempestivo per porre fine a un'impasse che minaccia quotidianamente non solo l'export italiano ma l'intera tenuta del mercato interno comunitario".

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