Quello stop sui certificati medici che fa discutere i pediatri

I certificati medici, almeno per otto Regioni d'Italia, non saranno più obbligatori per giustificare le assenze. Ma i pediatri avevano avvertito sui rischi

Quello stop sui certificati medici che fa discutere i pediatri

I certificati medici non saranno più obbligatori al fine di giustificare le assenze scolastiche. Gli studenti potranno farne a meno, anche nelle circostanze per cui non saranno presenti in classe per più di cinque giorni. Questa è l'ultima novità prodotta dall'applicazione delle disposizioni governative disposta, per ora, da sole otto Regioni italiane.

Permangono almeno due casi in cui recarsi dal medico rimane un atto doveroso: un caso di profilassi esteso a tutto il Belpaese e l'eventualità in cui le persone debbano sì presentare dei certificati, ma all'interno di Regioni differenti. Attenzione: la misura non è ancora stata adottata da tutte le amministrazioni regionali. Come riportato da Repubblica, il provvedimento è già stato attivato in Liguria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Trentino Alto Adige. Poi ci sono Lazio e Umbria, che sono le prime due Regioni centrali ad aver aderito alla presunta innovazione governativa. La ricezione sarebbe stata alimentata anche dallo snellimento della burocrazia cui si andrebbe incontro evitando la trafila dei certificati. Ma è facile prevedere il prolungamento di una discussione, già iniziata qualche tempo fa.

Era stata la Federazione italiana dei medici pediatri a segnalare la presenza di "ritardi e omissioni" e "trascuratezza" all'interno di alcuni plessi scolastici.

Uno dei problemi più grossi sarebbe rappresentato dalla tubercolosi. Il venir meno dell'obbligatorietà dei certificati medici avrebbe ritardato la diagnosi, coadiuvando la diffusione della malattia. La polemica potrebbe tornare a interessare le cronache in breve tempo.

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