Strage di Erba, per i giudici le nuove prove non sono valide

Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati per la strage avvenuta nel 2006, non accettano la loro condanna all'ergastolo: speravano nella riapertura del processo

Strage di Erba, per i giudici le nuove prove non sono valide

Speranze terminate per Olindo Romano e Rosa Bazzi, autori della strage di Erba avvenuta l'11 dicembre 2006, almeno per il momento. I giudici non hanno accolto l'esame dei nuovi elementi considerati a favore dei due coniugi, che attualmente stanno scontando la pena dell'ergastolo. Assieme ad un amico, Beppe e Pietro Castagna hanno commentato l'ennesimo pronunciamento dei giudici, tramite le seguenti dichiarazioni riportate dal settimanale Giallo: "Ancora una volta questa gente non accetta il pronunciamento dei giudici che almeno per 30 volte, se si considerano i diversi gradi di giudizio e i ricorsi, hanno confermato che Rosa e Olindo sono gli autori della strage oltre ogni ragionevole dubbio, il tutto per confondere le acque e avere un po' di visibilità". Rcordiamo come nel corso del massacro, i fratelli Castagna persero la madre, Paola Galli, la sorella Raffaella e il nipotino Youssef, morto ad appena 2 anni. Alla fine, i magistrati hanno dato ragione ai Castagna, respingendo tutte le richieste da parte degli avvocati Nico D'Ascola, Fabio Schembri e Luisa Bordeaux, legali di Rosa e Olindo.

Strage di Erba, Olindo e Rosa rimangono all'ergastolo

Olindo Romano e Rosa Bazzi, riconosciuti colpevoli per la strage di Erba, stanno attualmente scontando l'ergastolo. Tuttavia, i due coniugi non si rassegnano e, tramite i loro legali, cercano di far riaprire il caso, tentando di presentare elementi a loro favore. Ricordiamo che nel corso del massacro, oltre ai 3 membri della famiglia Castagna, venne uccisa anche la signora Valeria Cherubini, mentre suo marito Mario Frigerio rimase gravemente ferito. Tuttavia, nonostante il responso dei giudici sia stato lapidario, si continuerà a parlare ancora per molto della vicenda. I legali dei coniugi Romano hanno dichiarato di non accettare questo ennesimo rifiuto da parte del tribunale, annunciando il ricorso in cassazione. Non hanno alcuna intenzione di arrendersi.

I legali dei Romano, per la precisione, chiedevano di poter esaminare alcune prove repertate all'epoca del delitto che dal 2006 non sono mai state analizzate. Tra queste sono da menzionare il cellulare di Raffaella Castagna ed alcuni capelli e peli trovati sui cappotti di tre delle vittime. I giudici hanno tuttavia respinto la richiesta. I magistrati hanno spiegato come tali elementi siano "materiale probatorio che le parti hanno sempre avuto a disposizione e che in primo grado la difesa non ha neppure ritenuto opportuno esaminare".

I legali dei Romano avevano inoltre chiesto il permesso di accedere al server delle intercettazioni riguardante la vicenda. Secono quanto ipotizzato dagli avvocati dei condannati, alcune di queste intercettazioni peccherebbero di alcune lacune, tanto che alcune parti sembrerebbero mancare.

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