La strage silenziosa della cimice asiatica, agricoltura in ginocchio

Danni per milioni di Euro in tutta Italia, a partire dal nord: Emilia e Piemonte le regioni più colpite, la cimice asiatica sta distruggendo molte colture ed ancora non si è trovato un rimedio. A Verona l'allarme di Coldiretti

La strage silenziosa della cimice asiatica, agricoltura in ginocchio

Per adesso gli occhi di tutto il mondo sono proiettati sul Coronavirus, in grado di bloccare l’economia del colosso cinese e di diffondere il panico in tutto il pianeta per via dell’alto numero di contagi.

Ma non ci sono soltanto i virus che fanno male direttamente all’uomo a preoccupare. Da anni il nostro paese combatte silenziose battaglie contro quegli insetti o quei batteri che, diffondendosi, contagiano piante ed animali procurando danni irreparabili all’agricoltura.

E se il caso più noto in tal senso è quello della Xylella, il batterio che nel Salento ha decimato gli alberi di ulivo, in realtà l’Italia ha tante altre emergenze che soltanto negli ultimi anni hanno fatto perdere intere piantagioni e coltivazioni. L’ultima, in ordine di tempo, è la questione riguardante la “cimice asiatica”.

Si tratta di un insetto tanto piccolo quanto nocivo e deleterio per le coltivazioni. Il nome suggerisce la sua provenienza: è stata importata dall’estremo oriente, forse proprio dalla Cina. È arrivata in Italia, si riproduce a ritmi molto elevati ed ha creato danni incalcolabili all’agricoltura. E la cosa che più preoccupa, è che la strage di colture e piante continua ancora oggi senza che ancora siano stati scoperti gli strumenti per fermarla,

Le regioni più colpite dall’insetto sono quelle settentrionali, Emilia Romagna in primis: qui, secondo la Coldiretti, in termini economici il danno è di 270 milioni di Euro. Poi c’è il Piemonte, con 180 milioni di Euro di danni stimati, la Lombardia, dove sono andati in fumo 160 milioni di Euro e poi anche Veneto, Friuli e Toscana, scendendo anche verso la parte centrale della penisola.

La cimice asiatica si attacca mortalmente a tante coltivazioni: mele, mais, pere, ciliegie, nocciole, pesche, albicocche, olive, persino ai kiwi. In tante campagne per gli agricoltori è un disastro, economico ed anche umano: anni di sacrifici, di lavoro e di impegno gettati via a causa di un insetto minuscolo ed alieno rispetto al nostro territorio.

L’occasione per fare il punto della situazione si è presentata mercoledì a Verona, lì dove si è aperta la “Fieragricola”: qui la Coldiretti ha presentato il conto ed ha prospettato lo scenario da totale disfatta per centinaia di aziende agricole. Ad ascoltare i numeri della strage silente, erano anche alcuni rappresentanti politici.

A partire dal ministro dell’agricoltura, Teresa Bellanova. Quest’ultima ha annunciato, come rivelato da Libero, il via libera all’uso della vespa samurai, antidoto in grado di fermare la proliferazione della cimice asiatica. Il più preoccupato tra i rappresentanti presenti, era il padrone di casa Luca Zaia, presidente della regione Veneto: “Da quei paesi arrivano prevalentemente schifezze – ha dichiarato Zaia, peraltro ex ministro dell’agricoltura – Il problema c’è ed il Veneto è preoccupato”.

Stefano Bonaccini, neo riconfermato alla guida dell’Emilia Romagna, ha dichiarato invece di aver avviato la perimetrazione dei territori in modo da iniziare quanto meno a contenere i danni. La cimice asiatica è soltanto l’ultima, tra insetti e batteri, che ha creato disastri alla nostra agricoltura. Oltre alla sopra citata Xylella, negli ultimi anni l’Italia ha dovuto fare i conti con il punteruolo rosso, che ha distrutto molte palme nel sud del nostro paese e non solo, con il moscerino killer e con il cinipide galligeno.

Tutte specie provenienti da fuori,

importante in un territorio, quale il nostro, che al momento non ha trovato naturali rimedi per difendersi. E gli agricoltori, già stremati dalla crisi, non fanno altro che continuare a contare i milioni di Euro di danni.

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