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Stuprata nella guardia medica: "Ci dispiace nessun indennizzo"

L'incredibile storia di Serafina Strano, la dottoressa che nel 2017 venne violentata da un paziente durante il turno nella Guardia Medica di Trecastagni

Stuprata nella guardia medica: "Ci dispiace nessun indennizzo"

"Vivo ogni giorno un profondo senso di ingiustizia. Paradossalmente il mio aggressore è in carcere tutelato dallo Stato e io sono sola, io combatto ogni giorno". A parlare con l'Adnkronos è Serafina Strano, la dottoressa che nel 2017 venne stuprata da un paziente durante il suo turno alla Guardia medica di Trecastagni in provincia di Catania. Sono passati due anni da quando la dottoressa rimase in balia del suo violentatore e oggi, dopo le udienze, i processi, le lotte per ottenere una maggiore sicurezza per i medici, Serafina si trova ad affrontare una nuova battaglia. L'assicurazione ha respinto la richiesta di indennizzo per la violenza subita.

"In relazione al sinistro le comunichiamo che non possiamo effettuare alcun pagamento poiché il diritto all'indennizzo risulta prescritto" scrive il liquidatore. "Si tratta di una polizza per infortuni stipulata dall'Asp di Catania per ogni medico della Guardia medica - racconta - La pratica era stata aperta d'ufficio dall'Azienda subito dopo la mia violenza ma da allora nessuno si è preoccupato di darmi notizie. Dall'ufficio legale non hanno fatto nulla e ora mi dicono che la documentazione avrei dovuto inviarla io".

"Sono stata io a chiedere chiarimenti, mentre dall'ufficio legale dell'azienda continuavano a dirmi che era tutto a posto - aggiunge la dottoressa - Adesso basta. Voglio conto e ragione di questa storia e di quanto è successo". La dottoressa Strano è pronta a fare causa all'Asp di Catania.

"Fino adesso ho aspettato - dice - ma dopo quanto è successo con l'assicurazione forse non lo farò più. Sono stata invitata a riunioni, a conferenze stampa, a far parte di un Comitato. Ho ricevuto fiumi di parole di solidarietà e vicinanza, ma nei fatti?". La sensazione di lottare da sola è quella che pesa di più. "Io non sto approfittando di nulla - ripete - Non dovevo arrivare a fare tutte queste cose da sola. Sono tornata in servizio in un posto dove mi hanno ricollocata e dove sostanzialmente faccio la tappabuchi malpagata. L'Asp mi ha sempre fatto la guerra, la storia dell'indennizzo è solo l'ultima in ordine di tempo".

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, quella notte di due anni fa il giovane, sarebbe entrato nella guardia medica di via Agostino De Pretis come un normale paziente. Il 26enne sarebbe poi andato in escandescenze. Ha prima danneggiato gli arredi della stanza, poi sequestrato e violentato la dottoressa. A chiedere aiuto un passante allarmato dalle urla della donna provenire dalla guardia medica. La dottoressa fu soccorsa dai carabinieri che fecero irruzione nella guardia medica.

Il 26enne fu arrestato mentre cercava di fuggire dalla struttura sanitaria, ancora seminudo. Nell’aprile dello scorso anno il Gup di Catania ha condannato a otto anni di reclusione l'aggressore Alfio Cardillo. La Procura aveva chiesto per l'uomo quindici anni di reclusione, ridotti a dieci per il rito abbreviato.

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