Cronache

Gli stupri? Tanti, ma in calo Le immigrate rischiano di più

Spinta, tirata per i capelli, colpita, presa a calci, a morsi, a pugni, costretta ad attività sessuali umilianti. Se si guardano le tabelle dell'Istat si scopre che l'inventario delle violenze possibili contro le donne è composto da decine di voci. Tentato strangolamento, soffocamento, minaccia (...)

(...) di ustione e perfino l'obbligo di rapporti sessuali con altre persone. Complessivamente l'Istat stima che le donne vittime di almeno una qualche forma di violenza siano 6,7 milioni. Di fronte a questi numeri, nei quali si riverbera il male che uno ha dentro, è quasi impossibile sostenere che, in realtà, le violenze sulle donne e, soprattutto, i femminicidi siano un fenomeno in calo. Ma se si separa lo scandalo collettivo e la prurigine giornalistica dai fatti veri, si scopre che, in realtà, l'Italia è un Paese dove le donne sono infinitamente più rispettate che in altri Paesi o altre culture. Parlare di statistiche quando si tratta un tema così delicato può sembrare crudele, ma se si vuole capire che cosa succede nella pancia del Paese bisogna guardare i numeri e non i giornali che della esibizione del sangue fanno la loro linea editoriale.

Il primo dato, pubblicato dal sito Truenumbers.it, riguarda il tasso dei femminicidi di cui sono vittime le donne straniere e le donne italiane residenti in Italia ogni 100mila donne con le stesse caratteristiche. Il grafico in queste pagine spiega che le donne straniere sono vittime di omicidi 4 volte di più delle italiane. E che nel 1995 le donne straniere venivano ammazzate addirittura 17,5 volte di più. Chiaramente questa statistica non dice chi è l'autore di questi delitti, ma dice che l'Italia è un Paese molto più pericoloso per le donne non italiane che per le italiane. Idem per i bambini, come vedremo. E dice, soprattutto, che i femminicidi sono in calo: nel 1992 il tasso dei femminicidi delle italiane era 0,7, nel 2003 era 0,6 e si è stabilizzato a 0,4 tra il 2014 e il 2016. Come si vede dal grafico il tasso di omicidi delle straniere è sceso addirittura da 10 ogni 100mila del 1995 a 1,5 del 2016.

Ma, attenzione: le straniere residenti in Italia (2.644.666 nel 2016) sono molte meno delle italiane (28.564.564) e questo comporta il fatto che se si vanno a vedere i numeri assoluti il discorso si ribalta: le straniere uccise nel 2016 sono state 37 e le italiane 108. Numeri alti, ma molto inferiori rispetto agli anni precedenti: la vera emergenza, infatti, c'è stata nel 2013 quando le italiane uccise sono state 139 e le straniere 42. Secondo i dati del ministero dell'Interno tra gennaio e maggio 2017 sono state uccise 29 donne, cioè una ogni 5 giorni: un crollo rispetto al 2016 quando il ritmo degli assassinii era uno ogni tre giorni o rispetto al tragico 2013 quando una donna è stata uccisa ogni due giorni.

Ma proviamo a fare un confronto internazionale sugli stupri. L'Ocse ha stilato una classifica sulla percentuale di donne che nel corso della loro vita subiscono una violenza sessuale. Al primo posto c'è il Messico dove il 47% delle donne, tra i 16 e i 70 anni, ha subìto una violenza sessuale fisica. Seguono la Turchia e gli Stati Uniti. La media Ocse è del 23,6% cioè 4,6 punti in più rispetto alla media italiana che è pari al 19%, ovvero meno di Paesi considerati molto più «civili» del nostro come Germania e Lussemburgo. Il nostro 19% è superiore alla Spagna, alla Svizzera e al Canada ed è addirittura 17 punti percentuali inferiore al 36% degli Stati Uniti dove il ministero della Giustizia ha pubblicato i nomi delle città e degli Stati dove le donne rischiano di più. Nelle prime 20 posizioni figurano ben 8 città del Michigan. E, nel Michigan, la città dove si commettono più stupri è Battle Creek, famosa per aver dato i natali al movimento religioso degli avventisti. Ma la prima città americana per numero di stupri è Anchorage, in Alaska, dove, nel 2015 (ultimi dati disponibili) si sono consumati 165,6 stupri ogni 100mila abitanti.

Ma perfino per i bambini l'Italia è un Paese infinitamente più sicuro rispetto al resto d'Europa. Nel suo ultimo rapporto l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza scrive che la percentuale di minorenni italiani che hanno subìto una violenza sessuale è pari al 4% rispetto a più del doppio della media europea che è del 10%. E, nel caso di maltrattamenti, i bambini stranieri mostrano un tasso di esposizione al rischio più che doppio rispetto a quello dei bambini italiani: 20 ogni mille rispetto a 8,3 ogni mille che a sua volta è un tasso inferiore nei confronti internazionali. Anche per loro, come per le donne, l'Italia non è un Paese sicuro. Anzi, è il Paese meno sicuro. Esclusi la maggioranza degli altri.

Marco Cobianchi

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