I carabinieri di Firenze sono sotto choc. Di più: furibondi, rabbiosi. Si sentono feriti. Chiedono una punizione esemplare per i due commilitoni accusati di aver stuprato due ragazze americane al termine di una serata i cui contorni restano ancora da chiarire nei dettagli ma sembrano delineare un quadro davvero inquietante.
Certo, tutti concordano nel ribadire i princìpi del garantismo ma il colpo per l'Arma è già duro. Un giovane carabiniere che preferisce rimanere anonimo, intervistato da La Stampa, parla di "un clima surreale" che persiste da giorni e di un "disagio tangibile" fra i carabinieri del capoluogo toscano: "Ho parlato con tanti citadini che si sono rivolti a me, smarriti e sconvolti e io non mi sono tirato indietro ma non è facile, come non è facile parlarne con mia moglie." Un collega più anziano parla di "anni necessari a sanare questa ferita" e si chiede se i due accusati di essere gli autori della violenza non si rendano conto "del danno che hanno procurato" a un'istituzione con oltre di secoli di onorata storia.
Tutti però, a prescindere dai gradi e dall'età, chiedono a una voce che chi ha sbagliato paghi, senza reticenze e senza indulgenze.
Il giallo della chat fra carabinieri
Nel frattempo, tuttavia, il quotidiano romano Il Tempo aggiunge un nuovo elemento alla ricostruzione delle ore convulse che seguirono il presunto stupro ai danni delle due giovanni studentesse statunitensi. Pare infatti che fra i sei carabinieri intervenuti alle 2.30 del mattino alla discoteca "Flò" per sedare una rissa sia stata creata una chat per commentare le accuse.
Una chat a cui - va specificato - i due militari sotto indagine non hanno mai preso parte.Anche questa volta i sentimenti dominanti sono sgomento e incredulità: "Ragazzi, ma avete sentito i tg? Ma parlano del Flò, della rissa. E poi quelle due, ma chi sono? Siamo rientrati tutti, no?".
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