Stupro a Sorrento, così si è salvata la figlia della turista

La turista violentata in gruppo a Meta di Sorrento ha evidenziato come gli aguzzini che hanno abusato di lei non volessero la figlia, presente nell'hotel con lei

Stupro a Sorrento, così si è salvata la figlia della turista

I verbali dello stupro di Meta di Sorrento chiariscono i momenti terrificanti vissuti dalla vittima del branco. Una sequenza di eventi chiari e svolti con "modalità organizzative evidenziano la non occasionalità dell’agire", come scrive il Gip.

"Solo la mamma"

Il branco avrebbe scelto l'ultimo giorno della permanenza della donna per colpire: "Va evidenziato che evidentemente non a caso è stata scelta la data dell’ultima notte di soggiorno in Italia della persona offesa. Una volta drogata e stuprata, nella prospettiva dei responsabili, avrebbe fatto immediato ritorno nel Paese d’origine senza avere possibilità di sporgere denuncia in Italia il giorno successivo e, una volta a casa, avrebbe ricordato dunque solo in parte (e soprattutto senza alcuna conseguenza per i predetti)", precisa il giudice.

Nei racconti della turista viene evidenziata come il bersaglio fosse proprio lei e non la figlia. "Era la mia prima vacanza dopo la morte improvvisa di mio marito nel 2014". E purtroppo è diventato un incubo. La 50enne spiega come dopo essere stata drogata "mi dissero: ti portiamo nella piscina ma non devi urlare".

E aggiunge che uno dei due baristi che le avevano servito il cocktail alterato con il benzodiazepine avrebbe detto: "Solo la mamma, solo la mamma". E infatti la ragazza corre a vomitare in bagno, salvandosi da un destino tremendo. La madre invece verrà portata nella stanza dormitorio dove si verificherà la violenza di gruppo.

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