Cronache

Quelle violenze dei migranti di cui nessuno può parlare

Tanti gli episodi che riguardano sia gli sbarchi fantasma che la sicurezza nei centri ed in città, ma la sensazione di molti è che si prova a nascondere molte delle evidenze

Quelle violenze dei migranti di cui nessuno può parlare

“Eppur si muove”, disse Galileo Galilei al tribunale dell’inquisizione quando dovette negare un qualcosa di evidente e dimostrabile. E questa frase è possibile utilizzarla nei contesti in cui, di fatto, alcune cose accadono ma sembra quasi che ufficialmente sia bene non parlarne. È la sensazione che provano in tanti ad Agrigento, provincia che tra sbarchi fantasma ed episodi di violenza all’interno dei centri di accoglienza paga forse lo scotto più salato dell’emergenza immigrazione degli ultimi anni.

Qui si contano decine di episodi del genere: non solo sbarchi, ma anche immigrati che vanno in escandescenza all’interno dei centri, oppure risse improvvise di cui non si hanno informazioni precise. Proprio pochi giorni fa, nel quartiere del Quadrivio Spinasanta, gli abitanti in piena notte sono stati svegliati di soprassalto dalle urla: in via Madonna delle Rocche un gruppo di nigeriani ha iniziato a picchiarsi con tanto di bottiglie e coltelli. Poi l’intervento della polizia e dei carabinieri, l’aggressione contro le forze dell’ordine ad opera di uno dei rissanti, infine il mistero di una donna completamente nuda scappata dalla zona del diverbio e ritrovata in giro per Agrigento senza vestiti poche ore dopo. Qualcosa è accaduto, forse la donna è stata coinvolta nella rissa oppure di mezzo potrebbe anche esserci un giro di prostituzione. Non si sa però nulla: non si hanno foto che testimoniano l’accaduto, né si conosce l’esatta dinamica della situazione.

Un altro episodio “misterioso”, per così dire, è accaduto nel quartiere del Villaggio Mosè pochi mesi fa. Qui un gruppo di giovani ha denunciato sui social, postando anche alcune foto, di essere stato aggredito lungo il viale Leonardo Sciascia da alcuni ragazzi di origine africana. Quest’ultimi avrebbero intimato l’alt alla macchina con a bordo i giovani che rientravano da una festa e, una volta fermata l’auto, l’avrebbero presa a colpi di bastone danneggiandola parzialmente. Ma anche di questo caso si è, in seguito, saputo molto poco e l’episodio è caduto nel dimenticatoio.

Ecco perché in tanti ad Agrigento ed in provincia credano quasi ci sia la specifica volontà di non far trapelare notizie del genere all’esterno. Degli sbarchi fantasma, ad esempio, gran parte delle immagini e dei video si hanno soltanto perché documentati da privati. Anche delle risse e dei tumulti che spesso scoppiano all’interno dei centri ad Agrigento ed in provincia, non si hanno foto e non si hanno immagini. Lo scorso anno, tra settembre ed ottobre, in ben due occasioni si sono registrati scontri tra alcuni gruppi di tunisini e le forze dell’ordine alla stazione centrale della città dei templi. I migranti in questione pretendevano di partire per Palermo senza biglietto. Anche per questi due casi non si è mai conosciuta l’esatta dinamica della vicenda: alcuni testimoni avrebbero parlato di un intervento in tenuta anti sommossa della polizia, ma questa circostanza non ha mai trovato conferma. Non si hanno, di entrambi gli episodi, né foto e nemmeno video.

La sensazione che dalla provincia di Agrigento non è soltanto dei cittadini e non appare limitata allo scorso anno. Da Lampedusa ad esempio, il sindaco Totò Martello (eletto con il centro sinistra ma rivale di Giusy Nicolini) ha denunciato il silenzio circa gli sbarchi fantasma che da mesi si susseguono nell’isola più grande delle Pelagie. “Contrariamente alle notizie diffuse in Italia, gli sbarchi non sono mai finiti. I porti non sono chiusi – ha tuonato Martello – Da noi i migranti arrivano con piccole imbarcazioni direttamente dentro il porto, senza che nessuno li raccolga o li prenda”.

Sbarchi che nelle ultime settimane sono ripresi anche nella parte “continentale” della provincia di Agrigento. Proprio nei giorni scorsi l’associazione ambientalista MareAmico, con il presidente Claudio Lombardo, ha denunciato la presenza di numerosi migranti abbandonati al loro destino: “Nessuno ne parla – ha dichiarato Lombardo – Sono i tunisini che sbarcano a Lampedusa, vengono poi trasferiti a Porto Empedocle e da quel momento vengono abbandonati al molo”.

Lo scorso anno la situazione è stata indubbiamente più tesa: il procuratore Patronaggio ha parlato all'epoca, nel pieno dell’emergenza degli sbarchi fantasma del 2017, di pericoli di infiltrazioni terroristiche dal fenomeno migratorio, gli approdi in provincia erano praticamente all’ordine del giorno e spesso polizia e carabinieri avevano il loro bel da fare per cercare di controllare la situazione. Quest’anno si sono registrati molto meno sbarchi, ma vi è un filo comune con la scorsa annata, quello cioè per l’appunto del silenzio che cala attorno a diversi fenomeni inerenti l’immigrazione che accadono ad Agrigento.

Più volte le forze dell’ordine sono costrette ad intervenire, più volte vengono segnalati migranti sbarcati ed in più di un’occasione si è avuta notizia di violenze nei centri di accoglienza. Eppure, senza le testimonianze dei privati, di molti di questi episodi non si saprebbe quasi nulla. Qualcosa, per l'appunto, si muove.

Ma forse è bene non saperlo.

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