"Sull'accoglienza dei migranti l'Europa ha un deficit di cuore"

La Chiesa interviene ancora sui migranti. Per l'arcivescovo maronita l'Europa soffre di "deficit di cuore". Non esisterebbe ragione per non accogliere

"Sull'accoglienza dei migranti l'Europa ha un deficit di cuore"

L'Europa, in materia d'accoglienza dei migranti, soffre di un "deficit di cuore". A dirlo è stato l'arcivescovo maronita di Cipro, monsignor Youssef Soueif, in un'intervista rilasciata a Vatican News e riportata dalla Sir.

Queste sono ore calde sul fronte dell'immigrazione. Il Consiglio europeo sembrava aver trovato la quadra dopo che, ieri sera, l'Italia aveva bocciato la proposta francese di istituire "hotspot di nuova generazione". Il governo francese e quello italiano, in realtà, stanno continuando a punzecchiarsi. Come se l'accordo stipulato, alla fine della fiera, non soddisfasse nessuno o venisse interpretato al bisogno da questo o da quell'altro stato membro. Pare che Emmanuel Macron si sia dichiarato indisponibile all'apertura di nuovi centri di controllo. Esiste, questo è certo, una tendenza a considerare non più possibile la "solidarietà a senso unico" esercitata dal Belpaese. Il nuovo esecutivo non sembra avere alcuna intenzione di proseguire nella gestione solitaria dei flussi migratori.

La Chiesa cattolica, nel corso di queste settimane, ha più volte preso posizione "contro" i cosiddetti "populisti". Lo stesso Papa Francesco, in colloquio con l'agenzia Reuters, ha parlato della creazione di una "psicosi". "Credo che non si debba respingere la gente che arriva - ha dichiarato Bergoglio sul caso Aquarius - si devono ricevere, aiutare e sistemare, accompagnare e poi vedere dove metterli, ma in tutta l'Europa", aveva dichiarato il pontefice argentino. Le parole di oggi dell'arcivescovo maronita non fanno che ribadire il pensiero ufficiale degli ecclesiastici: "Ciò che sta accadendo sul fronte migratorio in Europa è qualcosa di inumano - ha scandito Soueif - va contro la natura umana. Si oppone al Vangelo, al messaggio di Gesù Cristo. Lui è venuto per abbracciare tutta l’umanità, non per respingere". Il monsignore sembrerebbe quindi accusare a sua volta quei movimenti politici che stanno proponendo un cambio di passo sull'immigrazione.

Ma l'arcivescovo ha anche indicato la strada da seguire: "Occorre - ha detto - salvare tutte le persone che navigano nel mare diventato una tomba: questo chiede la cultura dell’incontro, purtroppo assente nell’Europa di oggi". Qual è, poi, il compito della Chiesa rispetto a questo quadro? Per Soueif è necessario "ricordare a tutti come i geni della stessa Europa siano impregnati di forti elementi di diversità che non ne hanno impedito la crescita, lo sviluppo, la ricchezza". La struttura culturale del vecchio continente sarebbe per definizione derivata dal proliferare del multiculturalismo, insomma.

Non esisterebbe una ragione valida, quindi, per "rifiutare, isolare, combattere chi ai nostri occhi è diverso? Queste persone potrebbero essere integrate e sostenute a vantaggio di tutti", ha chiosato l'arcivescovo maronita.

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