Cronache

Tangenti al Galeazzi e al Pini: regali di lusso e false diagnosi

Quattro primari sono stati arrestati questa mattina a Milano nell'ambito di un'inchiesta che riguarda la sanità in Lombardia

Tangenti al Galeazzi e al Pini: regali di lusso e false diagnosi

Quattro primari sono stati arrestati questa mattina a Milano nell'ambito di un'inchiesta che riguarda la sanità in Lombardia. L'indagine, coordinata dai pm di Milano Eugenio Fusco e Maria Letizia Mannella, ha portato anche all'arresto di una dirigente e di un imprenditore titolare di una azienda specializzata in apparecchiature mediche. Secondo l'accusa i primari si sarebbero accordati con le ditte coinvolte nell'indagine per ordinare alcune forniture in cambio di presunte tangenti e di presunti regali. La vicenda ha preso il via dopo l'inchiesta avviata su Norberto Confalonieri, ex priamario del Pini Cto, finito in manette lo scorso anno.

Nell'ordinanza che è stata emessa dal gip Teresa De Pascale, vengono ricostruite le assegnazioni delle forniture di protesi ortopediche e di apparecchiature mediche sia al Galeazzi che al Gateano Pini, due tra i più noti ospedali di Milano. Tra gli arrestati nell’ambito dell’inchiesta c’è anche Paola Navone, direttore sanitario dell’Istituto ortopedico Gaetano Pini-Cto. Sempre ai domiciliari, è finito Giorgio Maria Calori, primario di ortopedia del Pini-Cto dell’Unità chirurgia ricostruttiva - revisione protesica. I quattro medici e la dirigente ora sono agli arresti domiciliari. È finito invece in carcere l'imprenditore Tommaso Brenicci.

I regali alla dirigente

Brenicci alla dirigente ospedaliera Paola Navone avrebbe offerto uno stage per la figlia, la partecipazione a un congresso a Parigi e a uno in Alto Adige. Trai "regali" che avrebbe ottenuto la manager in cambio del via libera all'acquisto di protesi prodotte da Brenicci, anche "un cesto contenente prodotti enogastronomici del valore di circa 1000 euro, in occasione delle festività natalizie 2016", scrive il gip Teresa De Pascale in un passaggio dell'ordinanza di custodia cautelare. Parlando con una collaboratrice, il 22 dicembre del 2016, la Navone parla di "un enorme pacco" contenente "un enorme salmone, un culatello gigante, un fois gras, una magnum" di champagne "Roederer" oltre a "un enorme panettone ed un tartufo".

Le "false diagnosi" per operare

Ma nell'ambito dell'inchiesta sarebbe emerso anche un altro fronte legato ad alcuni interventi. A quanto pare il chirurgo Giorgio Mario Calori sarebbe finito al centro delle indagini per un intervento che secondo Carmine Cuccinello, anche lui tra gli arrestati, sarebbe stato "scorretto". "Facendo cenno ad avvenimenti che si erano verificati al Pini - scrive il gip nell'ordinanza di custodia cautelare - Cucciniello si lasciava andare a considerazioni gravemente indizianti su Calori, arrivando a etichettarlo più volte quale 'delinquente vero', anche per via di alcune scelte mediche condizionate dal crescente bisogno di denaro e dalle contingenti difficoltà finanziarie in cui versava". In particolare, accennava a "come circa due settimane prima fosse venuto a conoscenza, direttamente dal paziente coinvolto, di un approccio interventista da parte di Calori". Cucciniello rivelava che "Calori aveva manifestato la necessità di procedere a un intervento in una clinica di Milano dove operava privatamente, paventando al ricco paziente l'esistenza di una grave infezione in corso che, se non curata immediatamente, avrebbe potuto cagionare il pericolo incombente dell'amputazione di un piede". Ulteriori accertamenti avrebbero invece dimostrato che "non c'era nessuna infezione perchè la lastra del piede è negativa, la tac pure e la pelle del piede è bella come quella di un bambino".

Infine nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte tangenti nella sanità è sotto indagine Gustavo Alberto Cioppa, magistrato in pensione e già procuratore di Pavia. Cioppa è indagato per favoreggiamento ed abuso d'ufficio.

Nell’ordinanza di custodia cautelare, il gip scrive che "è apparso una sorta di referente e portavoce negli ambienti della Regione degli interessi di Calori (Giorgio Maria, uno dei primari arrestati, ndr) e, di conseguenza, dei soggetti a lui vicini (pubblici e privati) risultati implicati e tessere la medesima trama affaristica".

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