Cronache

Perquisizioni ai no vax: trovati coltelli e taniche di acido

Si stringono le maglie attorno ai facinorosi no vax: sequestrate taniche di acido e coltelli. Ora si pensa di chiudere le chat eversive e violente

Perquisizioni ai no vax: trovati coltelli e taniche di acido

Ogni sabato, da 17 settimane, le città italiane sono ostaggio dei manifestanti no vax. Dalla prima manifestazione del 24 luglio a oggi le piazze dei contestatori hanno cambiato faccia, trasformandosi in qualcosa di potenzialmente molto pericoloso, come dimostrano i sequestri di armi e sostanze chimiche effettuati oggi ma anche nei mesi scorsi. Inizialmente a scendere in piazza erano persone comuni in disaccordo con la decisione di Mario Draghi e del governo di estendere il Green pass ai ristoranti e poi ai luoghi di lavoro.

L'evoluzione violenta delle piazze

Erano piazze deboli, dove gli estremisti di sinistra e di destra hanno trovato terreno fertile per infiltrarsi e mettere radici sempre più ramificate. Anarchici, centri sociali, estremisti di destra, ex terroristi rossi e neri hanno fatto in modo di conquistare la leadership della protesta, plasmando le piazze a loro uso e consumo, trasformandole in polveriere pronte a esplodere dopo aver trascinato nella loro spirale d'odio e violenza gli insospettabili.

Così si spiegano le azioni di forza compiute in più occasioni contro la polizia durante i cortei, quando le forze dell'ordine sono state costrette anche a effettuare cariche di alleggerimento per evitare che i manifestanti, alcuni armati di bastoni, guantoni e tirapugni, raggiungessero obiettivi sensibili. Da ricordare la necessità di ricorrere agli idranti, il tentativo di assaltare la stazione Centrale di Milano e le sedi locali dei sindacati. I tantissimi fermi effettuati nel corso delle manifestazioni in tutta Italia e gli scontri con i violenti a Trieste, dove è stato necessario fare ricorso agli idranti contro i facinorosi che lanciavano bottiglie agli agenti. A questi si aggiungono le continue aggressioni ai giornalisti, verbali e non, che nelle ultime settimane si fanno sempre più frequenti e aumentano di intensità.

L'assalto alla Cgil

L'azione più eclatante compiuta nel contesto delle manifestazioni contro il Green pass è stata l'assalto alla sede della Cgil dello scorso 9 ottobre a Roma. È stata guidata dagli esponenti dell'estrema destra ma è finito in manette anche il leader del gruppo Ioapro, movimento di ristoratori e commercianti che da un anno protesta contro le restrizioni. Al loro seguito altre decine di persone slegate dagli ambienti estremisti, che hanno si sono unite sull'onda della rabbia, senza avere contezza di quale fosse la matrice di quell'azione.

Acido "da lanciare verso le forze dell'ordine"

Dall'operazione di questa mattina coordinata dalla procura di Torino, che si è svolta in diverse città italiane, emerge che molti dei perquisiti erano già noti alle forze di polizia, sia per aver aderito a posizioni estremiste sia per precedenti reati quali resistenza a pubblico ufficiale, furto, rapina, estorsione e illeciti in materia di stupefacenti. Ma tra gli indagati figurano anche soggetti incensurati, scivolati nelle maglie dei fomentatori di violenza.

Le autorità competenti stanno vagliando la posizione dei soggetti segnalati e al momento per loro si ipotizzano i reati di istigazione a delinquere con l'aggravante del ricorso a strumenti telematici e istigazione a disobbedire le leggi. Il segnale che le proteste si siano evolute in qualcoa di diverso arriva anche dal pool investigativo che sta lavorando sulle perquisizioni di questa mattina. Infatti, l'operazione è stata realizzata a seguito delle indagini svolte sotto la direzione dei magistrati specializzati della procura della Repubblica di Torino, gruppo terrorismo ed eversione.

Ci sono poi alcune aggravanti che potrebbero essere date ad alcune delle pesone coinvolte, visto che durante le perquisizioni sono stati effettuati dei sequestri rilevanti per le indagini. La Digos di Palermo, per esempio, durante una perquisizione ha sequestrato anche delle taniche di acido "da lanciare verso le forze dell'ordine". La Digos di Siena, invece, ha sequestrato un passaporto nazifascista dell'epoca. A Brescia e Cremona sono stati rinvenuti coltelli e perfino una balestra. Un'operazione simile è stata condotta dalla stessa procura di Torino anche due mesi fa. A settembre, infatti, nel corso di altre perquisizioni, erano stati sequestrati bastoni, coltelli e anche armi da fuoco regolarmente detenute per uso sportivo. In più, gli inquirenti avevano trovato anche tirapugni, spade spray urticanti illegali e piccoli arsenali.

La violenza nelle chat dei no vax

Le armi e le sostanze sequestrate oggi, insieme a quelle già requisite nei mesi scorsi, si collocano in uno scenario di odio estremo contro le istituzioni e i loro rappresentanti. "Questo governo deve morire, andiamo a farli fuori", si legge in un messaggio lasciato lo scorso 3 novembre. Esponenti del governo, politici e sindacati, ma anche medici e giornalisti, sono gli obiettivi preferiti nelle chat dei no vax. Minacce di morte, anche alle famiglie, pianificazione di attentati e di azioni eclatanti, suggerimenti su come usare molotov e altre armi nel corso delle manifestazioni si trovano nelle discussioni sui social, dove il clima è ormai incandescente.

Lo dimostra anche il tenore dei messaggi di oggi dopo che si è diffusa la notizia delle perquisizioni. "Bisognerebbe andare tutti sotto il palazzo e lanciare le bombe tutti insieme, così la smettono con questa dittatura", si legge in uno dei tanti messaggi su Telegram. Oppure ancora minacce con la celebre foto di piazzale Loreto, come a evocare la stessa fine per la Digos e per gli esponenti delle istituzioni: "Mandiamo a fanculo tutte le merde criminali della Procura di Torino, dell'Antiterrorismo di Milano, della Digos e la Nazipostale (inondateli di merda). Appena distruggeremo la dittatura finirete in piazza Loreto (sapete già in che posizione). Non dimentichiamo e non perdoniamo". E ancora: "Se questi mi vogliono rinchiudere in un campo di concentramento, mi difenderò fino alla morte con le armi".

La stretta contro i violenti

Dopo l'ulteriore giro di vite dato dal ministero dell'Interno ai cortei e alle manifestazioni di piazza dei no Green pass, ora la polizia postale di Torino chiederà alla procura di avviare le procedure per chiudere le nuove chat no Green pass nate su Telegram dopo l'oscuramento del gruppo "Basta dittatura", al centro della maxi indagine che ha portato a indagare 18 persone in tutta Italia.

L'obiettivo è disinnescare i facinorosi, isolandoli, in modo tale da allentare la tensione nel Paese.

Commenti