“Io non ho paura e non sono razzista, ma non è ammissibile che un ambulante minacci noi commercianti fino al punto di fare il gesto dei tagliagole”. È altissima la tensione a Taranto fra proprietari di negozi e commessi da un lato ed extracomunitari dall'altro. Vincenzo Scialpi racconta al Giornale.it la sua esperienza. Lui, un esercizio nel centro cittadino, descrive le difficoltà che la categoria vive nei sempre più complicati rapporti con chi affolla i marciapiedi vendendo la propria mercanzia.
Scialpi non nasconde che “la situazione è grave” perché “non si tratta di quattro bancarelle”. Però ci tiene a precisare di non voler dare “un tono razzista” al suo sfogo: “Non è quello il problema, addirittura direi che non è nemmeno una questione di tipo commerciale. In realtà sono il decoro cittadino e il completo degrado le vere urgenze. Non è possibile dare questa immagine di Taranto: un suk senza regole. Con la scusa politica, perché questo dice l'Amministrazione comunale, di fare 'un'opera sociale'. Ma quale? Così vogliamo attrarre turisti o garantire una serena passeggiata ai nostri concittadini. Non è una questione legata alla paura – conclude Scialpi – ma al disinteresse di chi governa la città. Perché si sente la mancanza di presìdi, di controlli effettivi. Molti negozi sono in franchising e non hanno interesse a protestare, perché non c'è un titolare. Altri appartengono a commercianti anziani che non vogliono esporsi.
Ma così non si costruisce un futuro diverso per la città, quando basterebbe, invece, spostare gli ambulanti in altre zone, magari rivitalizzando il commercio lì dove langue e pretendere la loro regolarizzazione. Basterebbe davvero poco, ma siamo governati da sordi”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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