La tecnologia che poteva salvare Simon, il turista morto nel Cilento

Si tratta della geolocalizzazione di emergenza: un sistema installato sugli smartphone permette di individuare con maggior precisione la zona da cui è partita la chiamata per chiedere aiuto

La tecnologia che poteva salvare Simon, il turista morto nel Cilento

Forse Simon Gautier avrebbe potuto salvarsi. Il turista francese di 27 anni di cui si erano perse le tracce nove giorni fa, avrebbe potuto essere trovato in tempo dai soccorritori, se sul suo smartphone fosse stata installata la geolocalizzazione.

Els (Emergency location service) e Aml (Advanced mobile location) sono due sistemi di geolocalizzazione per le emergenze, installati rispettivamente su cellulari Android e iPhone. Ma in Italia, questi sistemi non sono ancora stati attivati. Per il momento, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, sono attivi in nove nazioni dell'Unione europea: Austria, Belgio, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lituania, Olanda, Regno Unito e Slovenia. Inoltre, la geolocalizzazione di emergenza è stata installata anche sugli smartphone degli abitanti di Norvegia, Islanda, Moldavia, Nuova Zelanda, Emirati Arabi e Stati Uniti.

Questa nuova tecnologia permette di rintracciare le persone che si trovano in un momento di difficoltà: quando viene effettuata una chiamata a un numero di emergenza, lo smartphone attiva in automatico il Gps o il Wi-fi, per individuare la posizione da cui è partita la chiamata. Poi, le coordinate vengono inviate ai soccorritori via Sms. Ma perché la geolocalizzazione di emergenza funzioni sono necessarie piattaforme in grado di ricevere i dati: in Italia sono stati effettuati alcuni test tra il 2016 e il 1017.

Secondo quanto riporta il quotidiano, Els e Aml migliorano la precisione della posizione di 4mila volte, restringendo a 56 metri il raggio delle ricerche. Senza questi sitemi, è possibile rintracciare solamente la cella a cui si è agganciato il cellulare quando è stata effettuata l'ultima chiamata, che ha un raggio di 3 chilometri.

Questa tecnologia avrebbe permesso di individuare più velocemente il luogo in cui Simon era precipitato, rompendosi entrambe le gambe.

Quando ha chiamato i soccorsi, il ragazzo non era in grado di dire precisamente dove si trovasse.

In Italia, come in altri paesi dell'Ue, questi sistemi non sono ancora attivi, ma una direttiva obbliga i Paesi europei ad adeguarsi nel 2020.

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