Tenta la fuga dall'ospedale: due colpi di pistola per fermare il detenuto

Sono stati necessari due colpi di pistola in aria per spaventare e fermare il detenuto che stava cercando di scappare dall'ospedale. L'uomo era in attesa della Tac

Tenta la fuga dall'ospedale: due colpi di pistola per fermare il detenuto

È stato necessario far esplodere due colpi di pistola in aria per fermare un detenuto che stava tentando la fuga dall’ospedale dove era stato portato per una visita medica nel pomeriggio di oggi. È successo a Caltanissetta, all’interno dell’ospedale Sant’Elia. Il detenuto era stato accompagnato al pronto soccorso del nosocomio per eseguire una Tac ma, nel giro di poco tempo è successo l’inaspettato. L’uomo, in attesa di eseguire l’esame diagnostico, ha cercato di approfittare degli spazi meno restrittivi del carcere per giocarsi la carta che gli avrebbe consentito, a suo modo, di guadagnarsi la libertà. Tutto inutile, gli agenti della polizia penitenziaria che lo avevano accompagnato nella struttura ospedaliera lo hanno bloccato. La situazione però non è stata semplice da gestire al punto che, per fermare il detenuto è stato necessario ricorrere all’uso delle armi per intimidirlo e fermarlo dal tentativo che aveva elaborato.

Sono stati esplosi quindi due colpi di pistola in aria ed in questo modo è stato possibile fermare il fuggitivo. Sul posto, in supporto agli agenti della polizia penitenziaria sono arrivati anche i carabinieri del nucleo radiomobile di Caltanisetta. Gli spari sono stati avvertiti dai degenti del reparto interessato. Un po’ di preoccupazione fra coloro i quali hanno sentito il trambusto, ma la situazione è stata tenuta sotto controllo ed i pazienti sono stati rassicurati. Si tratta infatti di un periodo particolare per i degenti dell’ospedale nisseno che, da quando è iniziata l’emergenza sanitaria causata da coronavirus sono maggiormente attenti e preoccupati verso le notizie che circolano tra i corridoi. Il Sant’Elia di Caltanissetta, avendo un reparto dedicato alle malattie infettive accoglie infatti i pazienti dell’hinterland risultati positivi al tampone.

Per quanto concerne invece la situazione dei detenuti, dall’inizio del mese di marzo e, in concomitanza con l’esplodere dei casi di contagio da Covid-19 in tutta Italia, la situazione è divenuta abbastanza delicata per via delle diverse proteste esplose dentro i carceri. Senza distinzione di regione, da Nord a Sud, sono state diverse le proteste che si sono scatenate dietro le sbarre con atti pericolosi che hanno causato anche morti. In Sicilia,nel carcere Pagliarelli di Palermo ad esempio, vi era stata una rivolta subito dopo il Dcpm sulle norme anti-contagio.

In quell’occasione i detenuti avevano dato fuoco a lenzuola e fogli di carta battendo oggetti sulle sbarre per attirare l'attenzione.

Dall’edificio si sentivano le urla e le proteste dei carcerati che battevano le stoviglie contro le sbarre. In almeno 300 hanno partecipato alla protesta, in molti hanno dato fuoco alle lenzuola, stoffe e cuscini. Oggi, a Caltanissetta, il tentativo di una fuga inaspettata ma che si è conclusa con la cattura del detenuto.

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