Il teologo attacca: "Maria e Giuseppe migranti? È fuorviante"

Gesù, Maria e Giuseppe non erano migranti. Questa, in sintesi, la tesi del teologo Stramare, che richiama tutti a non contaminare la dottrina

La Sacra famiglia di Antonio Leonelli da Crevalcore
La Sacra famiglia di Antonio Leonelli da Crevalcore

Padre Tarcisio Stramare, che è un teologo, ha deciso di replicare all'accostamento tra i migranti contemporanei e la Sacra Famiglia. Nell'intervista, che è stata rilasciata a La Fede Quotidiana, non viene mai tirato in ballo Papa Francesco.

Proprio il Santo Padre, però, era stato tra i primi a operare un paragone tra la fuga di Gesù, Maria e Giuseppe e le vicende di chi, oggi, tenta di raggiungere le nostre coste.

Coloro che usano associare quanto si trova scritto nelle Sacre Scritture e le vicessitudini dei migranti, però, sarebbero in errore. Stramare lo ha chiarito, inquadrando dal punto di vista storico gli spostamenti della Sacra Famiglia. Gesù, Maria e Giuseppe furono sì costretti a viaggiare, ma per "rispondere ad un censimento che di fatto serviva ai romani a fini fiscali, per riscuotere le tasse in ragione del numero di persone censite. Anzi - ha spiegato ancora -, il fatto che vi andassero, significa che Giuseppe e Maria erano rispettosi della legge del tempo". Antonio Socci, durante il Natale dell'anno scorso, aveva sostenuto il medesimo punto. A fare eco alle parole del giornalista era stato proprio il teologo Stramare, che è stato quindi interpellato sul tema per la seconda volta in due anni.

L'ecclesiastico, poi, si è soffermato sulle rappresentazioni presepiali e su quella che ormai sarebbe divenuta una "moda": quella di scorgere possibili associazioni con i migranti un po' in tutti gli ambiti: "Li si vuole vedere o mettere dappertutto - ha attaccato - e allora si inventano cose strane, persino con letture inappropriate del Vangelo e della vita dei santi. Accostare Maria e Giuseppe a migranti - ha argomentato poi il teologo - è fuorviante, certamente segno di scarsa conoscenza".

Questo, però, assume la valenza propria di una vera e propria invezione, che nulla avrebbe a che fare con la dottrina cattolica.

Stramare, insomma, sembra voler correggere tanto la narrativa sul "Gesù migrante" quanto i sacerdoti buonisti che hanno fatto dell'accoglienza un mantra pastorale.

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