Terremoto, la rabbia degli alpini: "Così è difficile aiutare la popolazione"

Gli alpini denunciano che 2 milioni di euro raccolti per le popolazioni del Centro Italia colpite dal terremoto sono ancora bloccati a causa della burocrazia e di ricorsi

Terremoto, la rabbia degli alpini: "Così è difficile aiutare la popolazione"

La solidarietà degli italiani si scontra con cavilli burocratici e ricorsi alla giustizia. Secondo un’inchiesta de La Stampa, ben due milioni di euro raccolti dall’Ana, l’Associazione nazionale alpini, in favore delle popolazioni colpite dal terremoto del Centro Italia non sono ancora stati utilizzati.

La meritoria iniziativa delle penne nere era mirata per la costruzione dei centri polifunzionali richiesti dai sindaci di Accumoli, in provincia di Rieti, e di Preci, nel Perugino. Pur essendo pronti da circa due anni, i progetti esecutivi non hanno mai preso il via. Un disagio per le popolazioni di quei territori che, ancora oggi, soffrono per i danni causati dalle scosse.

Il progetto di Accumoli è stato bloccato a seguito del parere negativo della Soprintendenza e del Ministero dei Beni culturali. Quello di Preci, invece, dal ricorso presentato da un residente.

Nella località laziale, il Comune aveva messo a disposizione un terreno dove costruire una struttura di 600 metri quadrati su tre livelli. L’edificio avrebbe dovuto ospitare camere e 25 posti letto, una sala pranzo, bar ed un seminterrato adibito a sala convegni.

Un piano di alto livello. Eppure, la Soprintendenza ha bloccato tutto dopo aver contestato alcune modalità procedurali. In sostanza, la nuova struttura non può essere costruita in un' area agricola e vincolata.

Una semplice svista? Forse no. Perchè come spiega Sebastiano Favero, presidente dell’Ana, “la correttezza delle modalità procedurali era stata garantita dal precedente commissario per il terremoto”.

Lo stesso Favero, inoltre, non riesce a trattenere la sua rabbia dicendosi sconcertato dalla vicenda. “Si tratta di un investimento da un milione e 200 mila euro e non sono più disposto a tenere fermi i soldi, è una cosa inaccettabile”.

Ancora non si sa come andrà a finire questa storia. Quel che è certo è che gli alpini, stanchi delle lungaggini burocratiche, stanno valutando di rinunciare al progetto e di dirottare quei soldi altrove.

Il progetto di Accumoli, però, non è l’unico ad essere stato frenato da intoppi legali. Nel comune umbro di Preci, infatti, ci sono ben 700 mila euro che aspettano di essere spesi per opere di pubblica utilità.

Gli alpini, per velocizzare i tempi, avevano acquistato da un privato un terreno di 20 mila metri quadrati destinato a pascolo. Assieme al sindaco, le penne nere avevano deciso di realizzare una struttura ricettiva con 20 posti letto, cucina e sala-ristorante.

Idea utile per la comunità anche questa. Ma l’imprevisto era in agguato. Poco prima dell’inizio dei lavori, i benefattori si sono visti recapitare una lettera nella quale un cittadino rivendicava il diritto di prelazione sull'acquisto del terreno.

Al termine di una lunga ed estenuante battaglia legale, l'Ana ha deciso di non rivolgersi ad un giudice e pur di partire con il cantiere ha raggiunto un accordo direttamente con il privato cittadino regalandogli una parte del terreno. Ma la storia, già complicata, non finisce qui. Prima di ottenere la concessione edilizia dovranno passare altri mesi. Questo perchè il Comune deve approvare la variante al Piano regolatore.

“Dobbiamo seguire le procedure ordinarie anche se si tratta di costruzioni post terremoto. La legge avrebbe dovuto prevedere una procedura d'urgenza perché sarà un edificio in grado di ospitare gli sfollati in caso di nuove scosse” ha spiegato il sindaco di Preci, Pietro Bellini.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente degli alpini Favero. Quest’ultimo ha dichiarato che l’attuale sistema non è adatto a fronteggiare le emergenze perché non possono esserci lunghe procedure quando la popolazione necessita di interventi immediati.

Come sottolinea ancora Favero, per fortuna non sempre le cose vanno così. In due anni, grazie al buon cuore degli italiani, all’impegno delle penne nere e alla collaborazione degli enti locali sono stati portati a termini diversi progetti, utili perle popolazioni terremotate.

Tra questi, uno stabile a Campotosto in Abruzzo, una stalla per un'azienda agricola distrutta in provincia di Macerata e la sala polifunzionale che verrà inaugurata la prossima domenica ad Arquata del Tronto.

La solidarietà dei nostri connazionali non manca ma, a volte, è ostacolata dalla burocrazia.

Per questo, Favero spera che ci sia un cambio di passo da parte della politica. Il tutto per facilitare gli aiuti e portare sollievo a quanti sono costretti a vivere in una situazione di emergenza coem quella legata al terremoto.

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