Un tesoro d'oro dietro il delitto della famiglia di Nantes

Dietro al delitto dell'intera famiglia di Nantes si nasconde un affare di famiglia misterioso: un tesoro degli anni della seconda guerra mondiale

Un tesoro d'oro dietro il delitto della famiglia di Nantes

Erano scomparsi nel nulla dalla loro casa di Nantes nella notte tra il 16 e il 17 febbraio scorsi. Nessuno trovava più la famiglia Troadec. In casa ci sono numerose tracce di sangue, alcune semi cancellate, i letti privi di lenzuola, anche quelli dei due figli, il riscaldamento spento, il frigo pieno.

Davanti casa sono parcheggiate le auto di Pascal e Brigitte, lui impiegato di una ditta d'insegne luminose, lei dell'ufficio delle tasse di Nantes, ma manca quella del figlio Sebastien. I sospetti si incentrano sul figlio maggiore visto che aveva avuto dei problemi con il padre.

Poi arriva la confessione del cognato: "Li ho uccisi tutti e quattro per una questione legata all'eredità". Adesso spuntano nuovi dettagli sulla tragedia, sembra quasi un romanzo ma è invece la realtà. La storia comincia nel 2006 con l'oro trovato da un operaio stuccatore, il padre di Pascal, durante dei lavori di ristrutturazione in un appartamento di Brest. A confermare il tesoro trovato è la vedova dell'operaio che ne parla a Le Parisien: "Quell'oro ha distrutto la mia famiglia. Ho perso Pascal e temo che Lydie non tornerà più a casa", dice la donna pensando alla figlia, moglie dell'assassino.

Il tesoro, che secondo la donna era stato probabilmente rubato alla Banca di Francia durante la seconda guerra mondiale, era stato nascosto in casa dal marito, morto nel novembre 2009. Nel 2010, durante un ricovero in ospedale della mamma, Pascal s'impossessa del malloppo e annuncia a tutti che lo ha portato al sicuro ad Andorra e nel principato di Monaco.

Da quel momento però iniziano i veri problemi: Pascal dice che il tesoro non si può toccare ma il suo livello di vita migliora. I rapporti vengono troncati del tutto ma il risentimento cresce sempre più fino ad arrivare al delitto.

Secondo quanto ha raccontato in conferenza stampa il procuratore di Nantes, Pierre Sennes, Hubert è arrivato la sera del 16 febbraio alla casa dei Troadec con l'intento di "spiare" la famiglia del cognato con uno stetoscopio da appoggiare a porte e finestre. Verso le 23, l'uomo s'introduce nel garage per aspettare che i Troadec si addormentino. Poi penetra nell'appartamento, ma viene sorpreso da Pascal, che ha sentito dei rumori e si è armato di un piede di porco. Ed è con questo attrezzo che Hubert uccide il cognato, la moglie e i due ragazzi. In base alla ricostruzione degli inquirenti, Hubert è poi tornato a casa sua, ad oltre 250 chilometri di distanza e ha informato la moglie.

Il giorno successivo l'assassino torna sul luogo del delitto, carica i quattro corpi sull'auto di Sebastien per condurli nella fattoria dove vive. Qui, con l'aiuto di Lydie, i corpi vengono fatti a pezzi. I resti, parte bruciati e parte sepolti: verranno poi trovati dagli inquirenti.

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