Colpire gli artisti israeliani per attaccare il governo di Tel Aviv. Ieri pomeriggio, a Torino, un gruppo di attivisti del comitato "Boycott Israel", supportati da esponenti dei centri sociali, ha inscenato una protesta di fronte alla biglietteria di Torino Danza per contestare la partecipazione degli artisti israeliani agli spettacoli in programma per settembre.
Oggetto del boicottaggio è l'esibizione della compagnia "Kibbutz Contemporary Dance", nell'ambito dello spettacolo Aide-Memoire, ma nel mirino sono finiti anch eventi di MiTo - il festival musicale realizzato in collaborazione con la città di Milano - per cui è prevista la partecipazione di artisti di origine ebraica come il contrabbassista Avishai Cohen, il pianista Omri Mor e la cantante Noa.
Contro questi eventi, e "in conformità con la campagna internazionale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele", è stato stilato anche un documento-appello: "Tutte le persone e le associazioni sensibili si mobilitino per l'annullamento di questi eventi - si legge - come forma di protesta per il regime di apartheid vigente da 66 anni in Palestina e per i terribili massacri perpetrati a Gaza".
Il documento prosegue poi invitando a una mobilitazione particolarmente dura nei confronti del Festival Torino Danza, "particolarmente permeabile alle pressioni della Israel Lobby". In concreto, si criticano gli inviti, anche in anni passati, a compagnie israeliane, e si censura lo spettacolo "Aide Memoire" come strumentalizzazione della Shoah da parte di Israele per giustificare la propria esistenza storica e i propri supposti "crimini".
Infine si chiede agli artisti Mor e Cohen una condanna esplicita delle politiche di Tel Aviv.
Sconcertata la reazione della comunità ebraica torinese, che con il presidente Beppe Segre ricorda che: "la cultura è dialogo: attaccare gli artisti è una forma grave di antisemitismo.
" Da settimane, scrive La Stampa, a Torino è in corso una campagna di violenti attacchi contro Israele, portata avanti da centri sociali e frange estreme del movimento No Tav, oltre che da ambienti antagonisti e anarchici.Nei giorni scorsi sono state pubblicate liste con prodotti ed aziende israeliane da boicottare e davanti ad alcuni negozi gestiti da commercianti di origini ebraiche sono stati organizzati sit-in e volantinaggi.
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